Padre e figlia fermati a Castellammare all’uscita dal seggio, Scala (LeU) denuncia la compravendita di voti:”50 euro promessi per votare un candidato”
La denuncia, a urne ancora aperte, di Tonino Scala, uno dei candidati a sindaco nel comune di Castellammare di Stabia scoperchia di nuovo il carattere clientelare per il quale la città era balzata alle cronache già in passato. Scala, candidato a primo cittadino del grosso centro a Sud di Napoli con la sinistra di Liberi e Uguali, ha spiegato in un video: “È tutto vero. Al Cicerone (plesso scolastico stabiese in cui c’è una sezione elettorale ndr.) sono state portate due persone al commissariato, sono padre e figlia” spiega Scala, che continua il suo racconto verificato – secondo quanto egli stesso racconta – da “rappresentanti di lista, anche da quelli di altri partiti”.
“I due sono usciti dalla cabina dopo che il presidente del seggio si è accorto dello scatto (fotografico ndr.). Hanno spiegato che dovevano farlo perché altrimenti non avrebbero avuto 50 euro promessi. Adesso le forze dell’ordine indagheranno”. I due avrebbero anche fatto il nome del candidato votato: “Un cognome diffuso, che è in molte liste” conclude Scala.
L’impressione è che si tratti di un candidato consigliere e non qualcuno di rilievo. Intanto gli inquirenti proveranno a far luce sull’accaduto, nella speranza che non si verifichino altre compravendite di voti.
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