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Castellammare di Stabia

Castellammare, ecco il programma per la cultura del candidato Sindaco Scala e di LeU

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La cultura per rigenerare la città. “Tutti gli strumenti di salvezza che un popolo mette in essere per progettarsi nel futuro è cultura.” è tutto cultura!

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astellammare di Stabia vive una crisi di identità. I cittadini appaiono disorientati. I tradizionali luoghi di aggregazione sociale stentano a organizzare la domanda di cambiamento che pure esiste tra la popolazione, specie tra i giovani. In linea con quanto accade nel resto del Paese, i luoghi dello stare insieme si caratterizzano sempre più come somma di individualismi piuttosto che come espressione di un’anima comune e del senso di appartenenza a una comunità. I beni e le attività culturali sono lo strumento principale per ricreare “comunità” in una città dalle grandi potenzialità come Castellammare di Stabia, mettere al centro dell’azione amministrativa i beni culturali diventa strategico per rilanciare la città e tentare di offrire risposte anche in termini di sviluppo economico e turistico ai bisogni delle giovani generazioni.
Occorre riprendere subito i rapporti con la Soprintendenza di Pompei, firmare la convenzione per la Reggia e lavorare a un protocollo che delinei le tappe e le iniziative comuni, anche con l’apporto della Regione, per valorizzare le nostre risorse.
A dare slancio e occasione di crescita è la riforma museale che ha attribuito autonomia ai grandi musei italiani e ha inserito il sito archeologico di Pompei in una rete di rilevanza internazionale.
Gli scavi di Stabiae hanno un’occasione storica: sono parte del Parco archeologico di Pompei che, dopo la riforma museale, non comprende più il sito di Ercolano, a sua volta divenuto museo autonomo. Pertanto Stabiae può beneficiare, nell’attuale fase conclusiva del Grande progetto Pompei da 105 milioni di euro, di una straordinaria attenzione da parte della soprintendenza pompeiana. Questo per due ragioni:

1) Il Parco archeologico di Pompei è pronto sulla base di un Accordo di valorizzazione (ai sensi del Codice dei beni culturali) ad aprire nel Palazzo reale di Quisisana, il Museo archeologico di Stabiae e la Scuola dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

2) La collina di Varano con il suo prezioso e poco conosciuto patrimonio archeologico è al centro di un progetto di studio e di valorizzazione finalmente a guida pubblica che vede coinvolto il Parco archeologico di Pompei e sei università italiane ed estere.
Questi due fattori rendono possibile la costruzione di una rete civica che guardi all’archeologia come occasione di formazione e sviluppo. Anche la nascita di una Scuola nazionale porta per la prima volta in città un’esperienza formativa che richiamerà docenti e studenti di livello universitario da altri parti del Paese.
Allo stesso tempo, all’interno dei piani della “buffer zone” del sito Unesco di Pompei, Ercolano e siti vesuviani, va inserito il tema del collegamento ferroviario tra Pompei, Castellammare, Oplontis, Ercolano, Portici e Museo di Pietrarsa, attraverso un progetto di turismo ferroviario su linee storiche che valorizzi la stazione Fs di Castellammare (aperta nel 1842, oltre 175 anni fa, la più antica stazione “di testa” d’Italia) e la linea ferroviaria voluta dai Borbone, prima in Italia, anche per le possibilità di ripristinare i collegamenti turistici verso Gragnano, capitale della pasta.
L’amministrazione comunale deve pertanto non solo perseguire la collaborazione col Parco archeologico di Pompei, ma programmare a Castellammare una serie di attività di formazione e valorizzazione collegate.
Va avviato il “Grande progetto Stabiae”: scuole, associazioni, giovani, imprese, istituzioni devono essere protagoniste. Si possono utilizzare il Palazzo di Quisisana e altri edifici in città (il Palazzetto degli sport del Mare, le Antiche Terme da subito, la nuova sede della Biblioteca comunale nell’ex Palazzo Gil e la sede della Biblioteca in corso Vittorio Emanuele che sarà dismessa, la sede dell’Azienda di cura soggiorno turismo di Castellammare di Stabia in piazza Matteotti) per ospitare mostre, laboratori d’arte, di lettura, di teatro e musica. La città deve essere vissuta e vivibile dai propri abitanti e solo così potrà essere meta di interesse turistico.
Va costruito il Calendario di Stabiae, una rassegna annuale che mese per mese offra a tutti
– in forme gratuite e a pagamento – spettacoli, rassegne, mostre d’arte, laboratori, seminari, visite guidate, trekking.
Anche il patrimonio edilizio ed ecclesiastico del centro antico può essere oggetto di un apposito percorso di valorizzazione, d’intesa con la Diocesi e con gli enti religiosi, coinvolgendo giovani organizzati in associazione o microimprese, anche attraverso l’utilizzo delle forme di sostegno all’imprenditorialità giovanile disponibili.
Un’attenzione particolare va data alla promozione della lettura: attraverso le scuole va realizzato un programma di presentazione di libri e incontri con gli autori che possa avvicinare sempre più le persone al libro.

Allo stesso tempo attenzione va data allo spettacolo dal vivo e quello riprodotto, offrendo sostegno e collaborazione a soggetti privati attivi nel settore. Il cinema, la musica, la danza e il teatro vanno diffusi non solo in quanto occasione di svago ma anche perché rappresentano, come modalità di fruizione, un esempio di consumo culturale collettivo non singolo.
Va ripresa l’idea e sottoposta a fattibilità l’istituzione di un Museo civico e del mare, dove raccontare la straordinaria storia delle costruzioni navali a Castellammare e, più in generale, la storia dell’abitato dall’età romana ai nostri giorni.

La Biblioteca comunale e l’Archivio storico vanno sempre più aperti alle nuove tecnologie per una loro condivisone e consultazione anche da remoto.


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