Castellammare di Stabia, ieri sera presso l’Auditorium del Liceo Scientifico “Francesco Severi”, si è tenuto il concerto di Mario Venuti
Castellammare, Mario Venuti in concerto all’Istituto “F. Severi”
Castellammare di Stabia, ieri sera presso l’Auditorium del Liceo Scientifico “F. Severi”, si è tenuto il concerto di Mario Venuti, il primo di una serie di eventi che si terranno in questa speciale settimana.
Di padre messinese e madre stabiese, Mario Venuti da inizio alla sua carriera partecipando ad una serie di cover band, cantando in giro per locali e feste, esibendosi anche per i militari statunitensi di stanza alla base di Sigonella. La carriera dell’artista ha una svolta all’inizio degli anni ottanta, quando Venuti, Carbone insieme ai fratelli Gabriele e Luca Madonia, nel 1982 danno vita ai Denovo. Nel 1990 inizia la sua carriera da solista, scrivendo numerosi brani per altri artisti della musica italiana, tra cui Carmen Consoli, per la quale scrisse “Amore di Plastica”, che partecipò al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, sancendo l’inizio del grande successo della cantante.
Nel 2004 Venuti comincia la sua collaborazione con Kabballà, che dura tuttora: i due parteciparono quell’anno al Festival, vincendo il Premio della Critica grazie al brano Crudele. Nel 2008 ritorna sul palco dell’Ariston, esibendosi con i Denovo. Nel 2019 torna con un nuovo album, Soyuz 10, in cui l’artista ha deciso di dare risalto al cuore e ai sentimenti, tornando a parlare di amore, oltre che di attualità.
Ieri sera Mario Venuti ci ha estasiato con la sua musica, raccontando il suo mondo, i suoi tre decenni di carriera e di musica italiana, cantando i suoi più grandi successi e pezzi tratti dal nuovo album, in un arrangiamento puro, che lo hanno visto sul palco, accompagnato dal pianoforte, dalla chitarra e dalla sua splendida voce.
La Redazione di ViViCentro.it ha avuto l’onore di poter porre alcune domande all’artista:
A che età si è avvicinato al mondo della musica e attraverso quali tipi di ascolti e artisti?
Avrò avuto 10/12 anni ma a 14 anni ho iniziato a fare già la prime esperienze con le cover band con cui facevamo dei pezzi allora in voga, abbiamo suonato anche a qualche matrimonio, insomma cose che si fanno all’inizio, anche per farsi conoscere. Per quanto riguarda la musica e gli artisti, a casa mia si ascoltava Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Battisti, insomma i più grandi cantautori italiani degli anni 70; per quanto riguarda la musica internazionale, ascoltavo i Beatles, Elton John, David Bowie, Lou Reed, Genesis. Tra questi, da ragazzino, preferivo Elton John, e devo dire che lo preferisco ancora e lo ascolto tuttora, dove il progressive poi nel corso del tempo ha stufato, trovo che invece le canzoni di Elton siano classici intramontabili.
Quale è il tema dominante del suo nuovo album, un leitmotive?
Dal punto di vista delle tematiche, il nuovo album, Soyuz 10 è formato da canzoni d’amore. Infatti il disco doveva chiamarsi “Ciao Cuore”, solo che mi ha bruciato sul tempo Riccardo Sinigallia che 6 mesi prima ha fatto uscire un disco intitolato proprio così, anche se con un senso differente dal mio. Il mio “Ciao Cuore” è un “Bentornato Cuore”, perchè la canzone racconta un po’ la perdita progressiva di questo muscolo in favore della mente, in un mondo in cui si è molto attaccati alla tecnologia, ma l’uomo ne ha un bisogno innato, deve fare i conti con i sentimenti. Per quanto riguarda il titolo dell’album, indeciso fino all’ultimo momento, mi sono poi ritrovato difronte il microfono soyuz, durante le prove, che mi ha innescato delle fantasie, mi sembrava divertente, il microfono che come una navicella spaziale (la capsula soyuz) porta la musica nello spazio. Decidendo così di uscire fuori anche da alcuni schemi che delle volte ti impongono di chiamare l’album come il pezzo di punta dell’album, ero stufo di questo automatismo. Soyuz 10 anche perchè è il mio decimo album.
Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono intraprendere questo tipo di carriera, nel mondo della musica?
Quando ho cominciato io si faceva molta più fatica, per certi versi era più difficile per altri era più facile: non vi era molta competizione all’epoca, adesso il processo si è democratizzato, ci sono mezzi a disposizione di tutti. Oggi si può registrare più facilmente, ma è difficile perchè c’è tanta più competizione adesso, i dischi si vendono meno, c’è sempre meno mercato.
a cura di Vincenza Lourdes Varone
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