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Castellammare di Stabia

Castellammare, le riflessioni sulle linee programmatiche del consigliere di LeU Scala

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Le riflessioni del consigliere comunale di Castellammare di Stabia Antonio Scala

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e riflessioni del consigliere comunale di opposizione Liberi e Uguali di Castellammare di Stabia Antonio Scala:

È comprensibile che un sindaco voglia fin dall’inizio dare una buona impressione partendo a razzo e dimostrare di saper risolvere i problemi.

È comprensibile, ma lei che comincia ad avere, avendo ricoperto vari ruoli, una discreta presenza in questo Consiglio, sa che non basta – se non si è capaci – andare oltre gli spot, così come non bastano le foto da matrimonio con vari interlocutori; se ci si limita a utilizzare il lavoro, seppur lento e tortuoso, predisposto dai sindaci che l’hanno preceduta.

La convenzione per la Reggia, i Dehors, appunto, sono solo primi esempi del fatto che sta beneficiando insieme ai problemi, anche dei loro provvedimenti positivi.

Anche copiare i blitz per colpire i comportamenti illegali è cosa buona e giusta, bisogna però stare attenti che dopo un’ora non ritorni tutto come e peggio di prima. Serve quindi un piano, servono un controllo e una presenza permanente. Capita a tutti noi di passare la sera in villa, per Corso Garibaldi, o all’acqua della Madonna, o a Pozzano e di dover constatare in quali condizioni si svolgono le attività, come si parcheggia, in assenza di qualsiasi presidio e controllo.

Certo, serve un piano parcheggi, serve chiudere alcune strade come Corso Garibaldi, serve un piano di decoro urbano se vogliamo che i turisti che cominciamo a vedere girare per le nostre strade, la trovino accogliente, pulita e organizzata.

Serve un accordo con i commercianti per organizzare al meglio i vari servizi. 

Serve, ad esempio, anche un servizio aggiuntivo per il prelievo dell’umido, del vetro e della plastica, lo si organizza, ma si evitino la miriade di bidoncini maleodoranti sui marciapiedi. Tutto questo non offre una bella immagine della città. Abbiamo avanzato proposte anche nel nostro programma. Ma ne discuteremo quando arriveremo a parlare di queste cose.

Eppure, ascoltando le sue dichiarazioni, mi consenta di dirle, sento l’eco, l’odore di cose di cose già ascoltate, impostate e programmate in precedenza.

Il programma di campagna elettorale, me lo faccia dire, era il programma dell’opposizione nella precedente consiliatura. Tranne su un punto, ma ne parleremo dopo.

Non è un male se lei attinge dalle cose che ritiene giuste fatte in precedenza, alcune sono presenti anche nei programmi presentati dai candidati a sindaco. Il punto non è questo, quindi, le perplessità e il giudizio critico sulle sue linee di mandato, che mi riservo di approfondire, nascono dal fatto che oltre questo elenco non si legge un disegno, un’idea di città, un progetto.

Non è un’affermazione fatta per rimarcare una distanza pretestuosa anche sul terreno programmatico, oltre a quella già nota ed evidente sul piano politico, ma un’affermazione preoccupata perché tre Amministrazioni sono andate a casa a causa della  mancanza di una strategia, di una visione, di una tensione forte per realizzare un progetto di cambiamento. In mancanza di questi aspetti decisivi è emersa solo la politica del piccolo cabotaggio, delle vendette trasversali.

Sono preoccupato, glielo dico senza rincorrere le voci che raccontano di problemi e di malcontenti nella sua maggioranza, che la città possa precipitare sempre più in basso.

Le hanno consentito per adesso di andare avanti con la giunta per poi fare i conti tra qualche mese?

Abbiamo già espresso un chiaro giudizio preoccupato su questo aspetti, abbiamo come LeU, anche per qualche scelta fatta per la giunta e per il modo in cui sono state distribuite le deleghe, avvertito confusione, improvvisazione, l’esistenza di cambiali da pagare a chi dall’esterno ostenta di essere stato decisivo per la sua elezione. Ci preoccupa, e non poco, tutto questo e denunceremo se si dovesse appalesare come aspetto vero e concreto.

Colgo tuttavia l’occasione per augurare buon lavoro agli assessori, si tratta di professionisti  e di competenze note alla città e questo è un bene.

Buoni giocatori non bastano, serve una strategia, una visione che al momento non vedo.

Per tornare al punto del programma, della strategia, del progetto, proverò a chiarire perché sono aspetti decisivi per impostare una seria azione amministrativa.

Intanto i dati Svimez ci raccontano di difficoltà persistenti nel mezzogiorno; pur in presenza di aspetti positivi che toccano la nostra Regione, su sanità, pubblica amministrazione, servizi, legalità, investimenti pubblici e privati persistono problemi seri, tali da accentuare il divario e preoccupazioni a fronte di una crescita che sembra possa subire rallentamenti in tutta l’area dell’euro zona.

Su Castellammare, titolava un giornale locale: “l’esercito dei disoccupati. La città si riscopre povera e avvolta dal dramma occupazionale. Uno stabiese su 4 risulta disoccupato, 6 giovani su 10 non riescono a trovare lavoro. I dati dell’Istat inchiodano Castellammare di Stabia davanti a un’emergenza occupazionale che ormai dura da oltre un decennio. Periodo in cui, tra l’altro, si registra l’addio alla città di oltre 2mila ragazzi emigrati fuori regione o all’estero”.

Quale città ci ritroviamo, con quali problemi e con quali emergenze?

In un quadro dove certamente le risposte non possono che venire principalmente da politiche nazionali e regionali coerenti, chiediamoci cosa possiamo fare noi.

Il nostro Comune è ormai bloccato da anni, non riesce a programmare, a utilizzare le risorse disponibili, tra cui quelle europee, e la città ha dovuto assistere a un deperimento, delle sue principali attività produttive; in alcuni casi, come per le Terme, al fallimento. La sola riapertura della Villa comunale, ci dimostra che anche nel campo del turismo, oggi in crescita, non siamo riusciti ad attrezzare politiche, a partire dai posti letto ai servizi, che ne favorissero le potenzialità.

Basterebbe, lo voglio dire a lei, ma anche ai nuovi consiglieri comunali, esaminare i Piani annuali e Triennali delle Opere pubbliche degli ultimi anni per comprendere il disastro fatto.

Penso di non sbagliare se affermo che la spesa per investimenti complessivamente in 7-8 anni non ha superato il 4% di quanto previsto e programmato.

Una città ferma, bloccata dai litigi, dalle chiacchiere, dagli annunci vuoti, da vere e proprie incapacità.

Senza questa consapevolezza, che lei aveva e ha il dovere di rappresentare al Consiglio, il rischio che, in assenza di un progetto, si possano ripetere  le vecchie litanie, è forte.

Per lei, oggi da Sindaco, in passato da consigliere di maggioranza e di recente d’opposizione, non sono aspetti nuovi. Anzi dall’opposizione in particolare, silenzioso invece quando era in maggioranza, ha tuonato contro chi si rendeva responsabile di questo disastro.

Oggi, quindi, il tema non è un mero elenco delle cose da fare, ma il progetto per rilanciare Castellammare.

Alcuni esempi e un tema preliminare legato alla trasparenza, alla lotta per la legalità, contro la camorra, in una città dove la camorra esiste e agisce

La città in questi ultimi tempi ha ascoltato denunce serie, fatte dal precedente Sindaco, da un candidato a sindaco, circa l’esistenza di condizionamenti non solo da parte della criminalità ma, come sono stati definiti, dai cosiddetti poteri forti; una città che  ha dovuto prendere atto di episodi gravissimi legati alla compravendita di voti e recentemente, secondo quanto riportato dalla stampa, al fatto  che la commissione elettorale centrale, presieduta da un magistrato, ha riscontrato alcune irregolarità e sembrerebbe anche 100 voti in più rispetto ai votanti. Tutte queste cose pesano come un macigno sulla vita di questo Consiglio, e noi come LeU, pensiamo, proprio  perché si tratta di denunce pesantissime, che indipendentemente da ciò che spetta valutare alla Magistratura, sarebbe un atto forte se a chiedere l’invio della Commissione di Accesso fosse l’intero Consiglio su sua proposta. Le Commissioni di accesso non servono solo per sciogliere i Consigli, ma sono anche uno strumento per accertare connivenze, condizionamenti, infiltrazioni nella vita politica. 

Lei è pronto per proporlo?

Gli esempi:

su quali indirizzi  pensiamo che si debba aggiornare il Dos e fare il PUC?

Non è una domanda da poco e nelle sue linee programmatiche mi sarei aspettato  non una stanca ripetizioni di scadenze. Siamo in grande ritardo, prima non è stato fatto niente, partiamo da un consolidato difficile. Lo sappiamo, lei lo sapeva già quando si è candidato ed appunto per questo è decisivo capire DOS e PUC per fare cosa, per ridisegnare quale città. Non sono strumenti neutri da affidare solo ai tecnici.

Sul destino della linea di costa,( a partire dall’are portuale, dall’abbattimento dei Silos), dell’utilizzo delle aree industriali dismesse, del modo e secondo quali regole si interviene nella zona ASI, sono temi dove da anni è in atto uno scontro. Avis, Marina di Stabia, Cirio, Mulini Daunia più altre…, sono aree decisive per indirizzare lo sviluppo della città in un verso piuttosto che in un altro.

Rimettiamo al centro l’ambiente, il recupero del mare e dell’arenile, come spazio da non privatizzare, recuperiamo servizi, strutture alberghiere, aree per il tempo libero; o scarichiamo attraverso il Piano Casa, facendo i conti tra le varie proposte che circolano, circa 5 mila vani? Una colata di cemento che seppellirà le speranze di riorganizzare su nuovi basi lo sviluppo della città e il suo rapporto con Pompei e la fascia costiera, per dar vita a un nuovo rapporto tra  pubblico e privato, per sperimentare strumenti nuovi per attuare politiche e interventi che facilitino gli investimenti sulla mostra città.

È una scelta che lei non fa!

Interveniamo sui quartieri, da Savorito al Centro Antico, per avviare un grande piano di risanamento, per recuperare immobili e rimettere sul mercato il patrimonio edilizio esistente, per abbattere i prefabbricati e  costruire nuovi alloggi per giovani  coppie e anziani, o lasciamo che l’abbandono e il degrado si consolidino come l’aspetto prevalente e immutabile di queste periferie? E così anche per il S. Marco, per i CMI dove già esiste un progetto di riqualificazione del   quartiere.

Lei sa quale importanza dal punto di vista ambientale, come polmone di verde, per poter prospettare un’offerta turistica più ampia, abbiano Faito e la Zona di Quisisana, insieme al mare ai beni archeologici, alle acque termali, e oggi speriamo anche con la Reggia pienamente utilizzata; sa come su questa zona sia importate realizzare interventi per fra fronte al dissesto idrogeologico, per bloccare i pericoli che incombono sul Centro Antico e come sia necessario prevenire qualsiasi “prurito” teso a riattivare l’A3bis sulla zona della Sanità.

Sulla Panoramica già si sta costruendo anche troppo!

Come vede aggiornare il DOS, fare il PUC, non è un’operazione neutra!!

Non è neutro il modo in cui lei si muoverà su Fincantieri. Le dichiarazioni del Presidente della Regione di ieri andavano in tutt’altra direzione rispetto alle sue. Fincantieri è un tema serio, occorre da subito un tavolo con Regione, Autorità Portuale, Governo e Azienda  per definire come procedere; altrimenti tra comunicati e annunci, così come già accaduto in questi mesi, ci ritroveremo il Cantiere ulteriormente ridimensionato.

Seria, urgente e impellente è la vicenda Sint e legata ad essa quella dei due stabilimenti TERMALI.

Lei è da poco Sindaco e questo è un dato, ma non può accampare la scusa che ha bisogno di tempo perché le è arrivata tra i piedi all’improvviso  questa emergenza. Lei è un vecchio consigliere perfettamente a conoscenza della situazione delle Terme. Discutere tutto oggi è impossibile, discutere prima che lei partecipi all’assemblea dei soci è, invece,  assolutamente indispensabile. Io le chiedo di assumere formalmente l’impegno a convocare il Consiglio nei primi giorni della settimana prossima dove auspichiamo si possa esaminare un piano, una proposta.

La tratta Castellammare-Torre non può e non deve chiudere. Ho apprezzato le sue dichiarazioni, ma non bastano. Questo consiglio dovrà produrre un atto. Nelle prossime ore presenterò una proposta di delibera in merito. Tutti conoscono la mia la nostra posizione. Già con Bobbio sindaco cotrastammo questa scelta infausta siam pronti a condurre la stessa battaglia.

Mi avvio a concludere non senza averle segnalato alcune cose:

la necessità di avere al più presto una relazione sullo stato della procedura del dissesto e una sullo stato della macchina comunale, sui pensionamenti in atto, sul programma delle assunzioni. Noi riteniamo fondamentale che si proceda sulla base di un progetto che identifichi compiti e giovani figure professionali necessari per costruire un Comune in grado di reggere le sfide dei prossimi anni in tema di servizi e programmazione dello sviluppo, di capacità di attrarre e utilizzare gli investimenti disponibili. Procedendo a caso si rischia di combinare disastri che peseranno sui cittadini per i prossimi 30 anni.

Su altre cose le chiediamo atti coerenti con quanto da lei sostenuto nei mesi precedenti quando era consigliere:

la Soget ha rispettato il contratto in termini di assunzioni e di organizzazione del servizio? Quando pensa d’informarci e cosa pensa di fare?

per Igiene Urbana la stessa cosa. Il contratto viene rispettato? La percentuale di differenziata, l’organizzazione del servizio, la certificazioni complessive della Società sono in regola?

Il Comune dovrebbe avere nominato il D.E.C, gli si può chiedere di presentare una relazione da discutere in Consiglio? In fondo si tratta di un servizio che i cittadini pagano caro, e di un appalto che supera nei 5 anni i 60 milioni di €.

se pensa sia ancora utile nominare una commissione che accerti quanto è accaduto su: Casa del Fascio, Villa Comunale, Stimmatine , Palazzo Ancelle. Abbiamo non solo opere non completate, alcune non collaudate , ma corriamo anche il rischio di dover restituire i fondi europei utilizzati

se non ritenga indispensabile fornire poi a tutti noi  un quadro aggiornato sulle politiche sociali. Troppe volte sono state denunciate dai cittadini e in quest’aula carenze, disfunzioni, blocco di alcuni sevizi, insieme a una critica per una sorta di privatizzazione dell’ufficio di piano. È un settore delicatissimo che incide sui bisogni e le sofferenze di alcune famiglie e anche per questo merita un’attenzione particolare.

Nel suo programma, lo ripeto, c’è un elenco quasi completo, manca la visione d’insieme che rappresenta la sostanza per  evitare improvvisazioni spot, per non cadere nella facile ossessione che ogni giorno, ogni settimana,  sia necessario inventarsi  una notizia, lanciare un’idea per restare al centro dell’attenzione. Mi creda l’uso attento dei nuovi strumenti che la rete offre è essenziale, pensare di ingannare i cittadini e la rete, senza produrre poi cambiamenti reali, progetti realizzati e non solo annunciati, alla fine però non regge e potrebbe diventare un boomerang perché ogni affermazione o annuncio, anche dopo molto tempo, è rintracciabile e verificabile.

Lei, noi tutti, siamo posti davanti a una sfida impegnativa: far uscire la città da una sorta di rassegnazione, presentare un progetto di sviluppo e di ripresa che appassioni in primo luogo i giovani, le competenze e le forze di cui la città dispone, le parti sociali, le associazioni,  tutti  interlocutori irrinunciabili . Oggi con le ZES, le Aree di Crisi Complesse, con la nuova programmazione dei fondi Europei, con il progetto della grande Pompei, con l’apporto dei privati, sono disponibili risorse e strumenti per aprire un nuova stagione per la nostra Castellammare;  sta a noi non perdere questa ulteriore possibilità.


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