Villa Comunale, discarica a cielo aperto o luogo di ritrovo e bene comune?
Castellammare di Stabia, la Villa Comunale come una discarica di plastica, lattine, carta, vetro, e chi più ne ha più ne metta. Ecco le condizioni in cui il lungomare stabiese verte, e come è solito svegliarsi ogni mattina il luogo di maggior ritrovo dei cittadini stabiesi: cestini stracolmi di spazzatura di ogni genere, lattine, plastica, carta per terra, cartoni di pizza, contenitori di gelati posti sulle panchine, bottiglie di vetro di birra lasciate per terra, bicchieri di plastica con dentro coca cola, birra o altro, lasciati agli angoli della villa. Questo è lo scempio che, chi è solito passeggiare, correre o rilassarsi in Villa di prima mattina, è costretto a sopportare.
Un ‘indecenza la cui colpa non può che essere attribuita ai cittadini, agli incivili, dal momento che, come si può vedere nelle foto scattate dalla Redazione di ViViCentro, sono presenti sull’intero lungomare, oltre ai cestini, sia grandi che piccoli, per rifiuti vari, anche quelli appositi per la raccolta differenziata. Inoltre, cosa da non sottovalutare assolutamente, e anzi, da ricordare e sottolineare, è che il Sindaco Gaetano Cimmino, prima dell’arrivo della bella stagione, ha firmato un ordinanza che fa di Castellammare di Stabia, la città delle acque, “Plastic Free”: sono state vietate la vendita di bevande, e cibi come yougurt, gelati e altri, all’interno di contenitori per alimenti di plastica, in pratica la plastica sarebbe dovuta essere bandita dalla vendita all’interno degli esercizi commerciali. Eppure, come si vede dalle foto, bicchieri e cucchiaini di plastica sono ancora presenti, in barba all’ordinanza e alla cura dell’ambiente.
O
gni mattina, di conseguenza, è possibile vedere gli operatori dell’Anm Technology, lavorare sul campo, frugare nei cestini e suddividere i rifiuti in modo tale da fare la raccolta differenziata in maniera corretta, così da ridare dignità alla nostra amata Villa Comunale.
La Villa si ritrova in questo stato di degrado, in particolar modo alla fine del weekend, quando vi è una maggiore concentrazione di persone nella zona. Eppure non si chiede tanto, se non di rispettare un bene comune, in modo tale da poterlo lasciare in maniera decente alle generazioni future. Un bene le cui condizioni, noi stabiesi, speriamo possano migliorare nel tempo e non peggiorare. Pura utopia?
Di seguito le foto:
a cura di Vincenza Lourdes Varone
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