Castellammare, la provocazione di Scala (LeU): “Chiudere spazi? Credo sia giunto il momento di provare a riaprire i nostri spazi verdi, anche le Terme”
Castellammare di Stabia – “Chiudere spazi… e se li aprissimo? Il nuovo mondo ci impone una nuova fase. Chiudere spazi, credo non sia la giusta soluzione. Semmai bisogna individuarne altri e recuperare quelli esistenti” Questa la provocazione del consigliere comunale Tonino Scala, attraverso la quale ha voluto sensibilizzare i propri concittadini sul tema degli spazi verdi, la cui carenza potrebbe spingere le persone a riversarsi tutte nello stesso posto, dando vita a pericolosi assembramenti.
“Castellammare – continua Scala – è una città complessa, dove gli spazi verdi sono pochi e pensare che la soluzione oltre alla regolamentazione sia di chiuderli è profondamente inadeguato per il momento. L’isola pedonale ritengo sia cosa buona e giusta, lo sostengo da qualche tempo immemore mi auguro che non sia solo intesa come chiusura di una strada per ingolfarne altre, l’isola pedonale è un nuovo modo di concepire la città.”
“Credo che non sia il momento di chiudere, ma di aprire nuovi spazi. Comprendo le paure, le preoccupazioni di chi governa, ma il momento di provare a individuare nuovi spazi non di aggregazione vista la fase, ma di passeggio, di contatto con la natura di riscoperta della stessa, altrimenti ci saranno sempre assembramenti.”
“Credo sia giunto il momento di provare a riaprire Villa Gabola, chiusa da troppo tempo unico polmone per un quartiere di venti mila abitanti come il rione San Marco.
Dare dignità ai boschi di Quisisana, ai giardini del re all’interno del parco della Reggia per provare a portare gente in altri spazi che non siano solo villa”.
“Poi, so che può sembrare una provocazione, ma vi assicuro che non lo è, perché no anche di pensare di riaprire il parco delle Nuove Terme? E perché non quello delle Antiche Terme?“
Per il consigliere, questa, è l’unica strada per ridurre il contagio: riprendersi spazi e città.
“Come fare? Programmando e costruendo progetto più ampio con aiuto della Regione e della città metropolitana utilizzando i lavoratori delle terme, ma nel frattempo nell’immediato chiedere ausilio di Associazioni, guardie ambientali, Protezione civile.”
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