Gli imprenditori del porto di Castellammare di Stabia si sono opposti all’aumento esponenziale dei canoni imposti dall’Autorità Portuale
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li operatori del porto di Castellammare di Stabia hanno presentato il ricorso al Tar della Campania contro l’aumento delle tariffe dei canoni di concessione. Oltre cento lavoratori rischiano di dover chiudere le proprie attività a causa dell’aumento delle tariffe dei canoni di concessioni stabiliti dall’Autorità portuale di Napoli presieduta da Pietro Spirito.
I portuali, negli ultimi giorni, hanno avuto un incontro con la Regione nella IV Commissione Consiliare dove hanno dimostrato il loro dissenso dovuto agli aumenti dei canoni di occupazione delle banchine del porto di Castellammare. Nel mese di gennaio, i gestori di chioschi, banchine per ormeggio delle navi da diporto e di uffici, hanno dovuto pagare una tariffa dieci volte più alta di quella precedente.
L’Autorità Portuale ha comunicato di aver effettuato un adeguamento dei canoni, già annunciato da tempo, poiché le tariffe non erano aggiornate da diversi anni. Le nuove tariffe prevedono: l’ormeggio di un’unità da diporto costerà 74 euro al metro quadro mentre le concessioni per gli uffici si aggirano sui 99 euro per metro quadro mentre bar e ristoranti sono pari a 162 euro per mq.
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