Le scritte, apparse sui muri di tutta Castellammare, avevano generato la curiosità degli stabiesi che sui social si sono interrogati su chi fosse il “Mario Pantacollant” citato nei graffiti: ora la sua storia è stata raccontata su un post
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a diversi giorni continuano ad apparire alcune scritte, in diverse zone di Castellammare, contro un certo “Mario Pantacollant”. Sui social e sui gruppi stabiesi diversi cittadini si sono interrogati su chi fosse questa persona verso la quale si erano accaniti i writers. Le scritte avevano suscitato anche l’ilarità degli utenti visto che spesso vi erano presenti errori di grammatica. “Mario Pantacollant, Castellammare ti ha rimesso in righa” si legge in una delle minacce scritte sui muri della città. Questa mattina gli interrogativi si sono fatti più insistenti, tanto che in un primo momento erano iniziate a circolare notizie false sull’identità di Mario. Alcuni avrebbero persino raccontato la storia di un poliziotto di nome Mario accusato di aver abusato di minorenni e trasferito a Castellammare. I social sanno essere tremendi in questi casi, le notizie false avevano inasprito l’opinione pubblica. Nel pomeriggio una donna ha deciso di raccontare la vera storia di Mario, prendendone le difese:”Mario è uno studente di 15 anni del Liceo scientifico vittima di gravi episodi di bullismo. Dall’anno scorso viene chiamato “pantacollant” perché si era presentato all’ora di educazione fisica con un pantaloncino da corsa nero che i suoi compagni hanno scambiato per un collant femminile. A gennaio dopo essersi ribellato alle prese in giro dei compagni di scuola è stato picchiato (rimesso in riga nel messaggio) nel cortile del Liceo e non è più voluto andare a scuola. Da quando la scritta dei suoi aguzzini è diventata virale sul web non esce nemmeno più di casa per cui per favore non postate e non condividete più il messaggio e lasciatelo cadere nel dimenticatoio e aiutiamo tutti Mario a riprendere coraggio e ad uscire nuovamente di casa.”
Questa brutta storia di bullismo ha scatenato la solidarietà di tutta la città: sono in molti gli utenti stabiesi che si sono rivolti direttamente al ragazzo, dedicandogli messaggi affettuosi e consigli. Altri si sono offerti di ricoprire le scritte e di far sentire così la propria presenza alle vittime di bullismo. L’episodio, purtroppo, ricorda la triste storia del “ragazzo dai pantaloni rosa”, vittima del bullismo nel 2012 a Roma. Questa volta però, un’intera città è scesa in campo per Mario.
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