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Castellammare di Stabia

Castellammare, anziana muore in barella dopo 13 ore, indagati medici e infermieri

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uore su una barella dopo tredici ore nel Pronto Soccorso. “Non ci vedo più” sono state le ultime parole dell’anziana arrivata al San Leonardo per forti dolori all’addome. Un crollo avvenuto dopo una siringa di un’infermiera. Dopo la tragedia sei sono gli indagati, cinque medici e un’infermiera come primo atto dovuto di un’inchiesta aperta dopo la denuncia dei parenti di Maria Battaglia. La famiglia vuole sapere cosa sia accaduto all’anziana arrivata al Pronto Soccorso di Castellammare alle undici mattina con forti dolori all’addome. Il cuore di Maria Battaglia ha smesso di battere a mezzanotte, mentre la signora di 79 anni era ancora lì su quella stessa barella dove aveva trascorso l’intera giornata. Dopo la denuncia dei parenti della donna di Pompei, la Procura di Torre Annunziata ha iscritto nel registro degli indagati i chirurghi, Albert Gliemi, Marco Cimmino, Rosa Perozziello, Paola la Grotteria, la cardiologa Rosaria Gasser e l’infermiera Claudia Irto. Una morte con ancora tanti elementi da chiarire come descritto dal quotidiano Metropolis questa mattina. A scoprire cosa le sia accaduto e se in quelle tredici ore si sarebbe potuto fare qualcosa per salvarla, saranno a questo punto i magistrati. Su disposizione del pm sequestrata la cartella clinica e la salma della vittima. Disposta l’autopsia che sarà effettuata dal medico legale, Sergio Infante, domani sera. A raccogliere le testimonianze della famiglia sono stati gli agenti di polizia del commissariato di Castellammare, agli ordini del dirigente Paolo Esposito. Per i parenti della donna nelle ore del pomeriggio la signora sarebbe peggiorata senza che nessuno si occupasse di lei, nel caos del reparto di frontiera dove sono tantissimi i casi che arrivano a ritmo continuo. Ma per la Direzione Sanitaria del San Leonardo alla paziente è stata data tutta l’assistenza possibile. Tre le consulenze effettuate in quelle tredici lunghe ore, due chirurghi e un medico avrebbero visitato la donna secondo quanto sostenuto dalla struttura sanitaria. Ma la famiglia afferma che nessun chirurgo ha visitato la vittima in quelle lunghe tredici ore. La risposta più importante per capire cosa sia successo la darà proprio l’autopsia. Solo dopo l’esame, si potrà mettere una prima parola definitiva su questa storia e capire se la si può inserire tra i casi di malasanità.

 

 

FONTE: IlCorrierino

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