Castellamamare – Il clan Cesarano è ancora forte: Ponte Persica nel mirino
Secondo alcune informative recenti provenienti dagli ambienti investigative, il sodalizio criminale creato da Ferdinando Cesarano, anche noto come “Nanduccio e Ponte Persica”, comanderebbe ancora nel vesuviano.
N
è i Gionta di Torre Annunzita, nè i D’Alessandro di Castellammare, sfiderebbero il potere criminale del boss che sta scontando in regime di 41 bis tre ergastoli, più altri 12 anni e 3 mesi stabiliti definitivamente per associazione camorristica nel 2006.
Ferdinando Cesarano, capo della Nuova Famiglia, sfruttando l’usura, il contrabbando e il racket è riuscito ad accumulare nel corso degli anni un ingente patrimonio, con cui ha tentato l’acquisto egli stabilimenti cinematografici De Paolis a Roma, operazione già avviata però da Pasquale Galasso. Quest’ultimo è divenuto poi divenuto un collaboratore di giustizia, ed è tra i principali accusatori del boss Cesarano.
Come riportato dai giudici, Ferdinando Cesarano dispone di una straordinaria quantità di risorse che gli permette di prestare soccorso agli impreditori vesuviani che si trovano in difficoltà, ricorrendo a prestiti usurai con tassi di interesse elevatissimi. Inoltre, sempre secondo l’autorità giudiziaria, il boss svolge anche il ruolo di mediatore: interviene per limare i contrasti tra impreditori concorrenti. Inoltre svolge anche funzione sociale sul territorio, anche ricorrendo a metodi violenti, scoraggia la microcriminalità e lo spaccio di droga.
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