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Caso Quarto, l’ultima verità della sindaca: “Ecco tutti i miei colloqui con Fico”

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Gli ultimi verbali depositati dai magistrati della Distrettuale antimafia. WhatsApp della Capuozzo al suo vice, Andrea Perotti: “De Robbio di un’aggressività disarmante”

span style="color: #252525; font-family: Arial, 'Helvetica Neue', Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">“Ora mi riprendo, stanotte non riuscivo a dormire. De Robbio è stato di un’aggressività disarmante”. Sono le 9.44 del 17 novembre. Il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, manda due messaggi WhatsApp al suo vice, Andrea Perotti. La sera prima, la Capuozzo aveva ricevuto la visita del recordman di preferenze della lista pentastellata, Giovanni De Robbio, che le aveva mostrato con il cellulare la foto area degli abusi edilizi realizzati nella casa dove il primo cittadino vive con il marito. La corrispondenza è ora agli atti dell’inchiesta sui veleni di Quarto coordinata dal pm Henry John Woodcock con i procuratori aggiunti Giuseppe Borrelli e Filippo Beatrice. Ecco gli ultimi verbali depositati dai magistrati della Distrettuale antimafia: fotografano gli ultimi due interrogatori sostenuti dal sindaco, convocata in Procura il 12 e il 14 gennaio scorsi.

Gli atti sono stati trasmessi anche alla Prefettura, che ne ha fatto richiesta, e alla commissione Antimafia che domani sera sentirà la sindaca. A domanda del pm Woodcock, la Capuozzo dice di aver informato il presidente della commissione di vigilanza Rai Roberto Fico, componente del direttorio dei Cinque Stelle “immediatamente dopo” essere stata sentita come teste in Procura il 24 novembre, mettendolo al corrente anche “del contenuto di tale interrogatorio”.

Nel verbale del 14 gennaio, il sindaco aggiunge di aver messo al corrente Fico dei contrasti politici con De Robbio anche a margine di una riunione tenuta “verso la metà del mese di luglio nel corso della quale – si legge – si parlò anche della questione dello stadio (che De Robbio avrebbe voluto affidare all’imprenditore delle pompe funebri Alfonso Cesarano, ritenuto legato alla camorra n.d.r.) e della presidenza del Consiglio comunale”, che De Robbio rivendicava per sé. La Capuozzo aggiunge di aver detto a Fico, in un colloquio separato, “che De Robbio aveva preso una posizione sicuramente contraria a quelle che erano le linee del movimento. Egli condivise la mia decisione ma non iniziò azioni disciplinari nei confronti del consigliere comunale in quanto non ne ritenne sussistere gli estremi”. Anche in altre occasioni il sindaco chiese provvedimenti per il consigliere, poi espulso a metà dicembre.

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Il sindaco non ha mai denunciato De Robbio, ora indagato con l’accusa di tentata estorsione. Nel verbale del 12 gennaio, la Capuozzo spiega di aver  “avuto la percezione della natura illecita” della condotta del consigliere solo “dopo il terzo incontro”. Dopo quell’episodio, chiese “a un tenente dei carabinieri che valore giuridico avrebbe avuto una registrazione da me stessa effettuata di un colloquio con De Robbio. Mi sono fatta regalare una penna in grado di videoregistrare. In quel momento mi ero determinata a denunciare”.

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* di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO / larepubblica

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