Roberto Saviano firma la petizione a favore del riconoscimento di Augusto Di Meo come vittima della mafia.
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oberto Saviano aderisce alla protesta lanciata su internet, sul sito change.org, a favore di Augusto Di Meo, uno dei testimoni oculari dell’omicidio di Don Peppe Diana. Non molto tempo fa, in memoria delle vittime della camorra, ad Assisi venne allestito un presepe con una natività sotto a dei bossoli per ricordare le vittime: Don Peppe Diana è uno dei silenziosi martiri della guerra tra clan, il simbolo della trasgressione, intesa in senso stretto del termine: Diana è la trasgressione all’omertà, venduta a caro prezzo tra i prezzolati dei vicoli più bassi di Napoli. Quel 19 marzo 1994 Di Meo guardò in faccia il killer che uccise il parroco: subito corse a denunciare ai carabinieri di Casal di Principe. Ha sempre condotto una vita tranquilla, un fotografo con un’attività che nell’94, all’età di 34 anni, era da pochissimo avviata. La condanna più grande che gli fu inferta, in una vita semplice, fu proprio quella di vedere: la sua vita cambiò totalmente e fu costretto dopo quella maledetta mattina a trasferirsi, a portare la sua famiglia in Umbria e chiudere con il passato. Il suo passato l’avrebbe potuto uccidere ma lo Stato non ha mai riconosciuto Di Meo come una vittima della criminalità organizzata. Rinunciare alla vita semplice è il prezzo di aver sentito dentro IL DOVERE MORALE di fidarsi della giustizia. Oggi però, quella giustizia non riconosce che Di Meo, come effetto della sua nobiltà d’animo, ha avuto nel tempo disagi di ogni tipo: salute, economico, sociale e psicologico. Si, psicologico perché l’onestà ti logora dentro quando nessuno ti riconosce di essere stato onesto. Il Procuratore Nazionale Antimafia, in occasione della presentazione del suo libro “Il Pacco alla Camorra”, ha voluto abbracciare Augusto e tenerlo accanto a sé. L’obbiettivo della petizione adesso aperta su internet è quella di raggiungere le cento firme che permetteranno di far arrivare il caso sulla scrivania del Ministro della giustizia Orlando per poter far riconoscere Augusto come vittima della criminalità organizzata secondo i sensi della legge 302 del 1990.
Fonte: La Repubblica
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