“Un evento troppo rapido oppure un intervento deliberato di uno dei piloti”: così Francesco D’Arrigo, comandante esperto di airbus, commenta il fatto che dal volo EgyptAir non sia partito nessun mayday
“Tutti i piloti conoscono a memoria le procedure d’emergenza in caso di fumo a bordo. In pochi secondi sono in grado di mettere la maschera a ossigeno e programmare la discesa rapida dell’aereo. Ma subito dopo – e questa è la stranezza nel caso del
volo Ms804 – sono obbligati a dare l’allarme a terra”. Il “mayday-mayday” che l’equipaggio dell’Egypt Air non ha mai lanciato. Francesco D’Arrigo, comandate di Airbus con quasi 15mila ore di volo ed esperto di security aerea, non vuole sbilanciarsi sulle cause della tragedia. Ma le anomalie, ammette, sono molte.
Cosa succede quando in cabina di pilotaggio scatta l’allarme sul fumo a bordo?
“Parte una procedura standard per cui ci alleniamo al simulatore ogni 6 mesi. Metti la maschera per respirare e attivi la discesa d’emergenza a mano o con pilota automatico. Reimposti l’altitudine cui vuoi arrivare, viri di 45°, forse compatibile con la piega a destra di 90° dell’MS804, per non scontrarti con i jet che sono sulla stessa rotta a quote diverse. Poi premi il pulsante e scendi, anche di 7mila piedi (oltre 2mila metri) al minuto”.
Quanto ci si mette a fare queste manovre?
“Circa cinque secondi. Poi è obbligatorio dare l’allarme, anche per avvisare chi vola poco distante. Si lancia il mayday, si dà nome della compagnia e si dichiara la discesa d’emergenza”.
Come mai questa volta non è stato dato?
“Allo stato non ci sono elementi sufficienti per dirlo”.
E a livello di ipotesi?
“Posso immaginare che sia stato un evento troppo rapido per completare le procedure prima del black out. O un atto deliberato di uno dei piloti”.
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– repubblica / Caso EgyptAir, “La scelta di un pilota o un evento imprevisto”: il parere dell’ esperto su quel mayday mancato ETTORE LIVINI
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