Maria Elisabetta Casellati come presidente della repubblica? Grazie, anche no! Sentenzia il Parlamento riunito per la quinta votazione
L
a presidente del Senato della Repubblica, seconda carica istituzionale dello Stato, viene trascinata nell’agone politico come candidata di una sola parte politica. In una inutile prova di forza che si poteva evitare e che ha il sapore di uno strappo istituzionale, che poco ha a che fare con il decoro che tali alte magistrature devono mantenere.
La Destra da un po’ di tempo va dicendo di avere la maggioranza in Parlamento e di proclamarsi addirittura maggioranza anche nel Paese reale. E quindi, partendo da tali premesse opinabili, si ritiene in diritto di nominare i candidati di destra da proporre alla votazione per la presidenza della Repubblica.
Da sinistra, anziché controbattere proponendo “rose” di candidature, si propone di riunirsi tutti i leader di partito intorno ad un tavolo ed individuare un candidato che sia rappresentativo della Nazione e che, per caratura, sia “super partes”.
Ma l’invito non viene raccolto e il Capitano Salvini conduce con baldanza le sue truppe verso la prova di forza muscolare. Andiamo in Parlamento e contiamoci, calando nel frattempo un asso da undici – come fossimo in una partita a briscola – nella persona della Presidente del Senato.
Sia al centrosinistra che ad Italia viva la scelta della Casellati non è andata a genio. “Il centrodestra continua a gestire irresponsabilmente il più importante passaggio democratico e costituzionale rappresentato dall’elezione del presidente della Repubblica”, si legge in un comunicato congiunto Pd, M5S, Leu. E – di comune accordo – decidono di astenersi.
Il risultato è stato deludente. Per le istituzioni che vengono distolte dalla loro aurea equidistanza, rappresentando tutti i cittadini nella loro interezza. Deludente per la presidente che risulta sminuita nel suo prestigio. Deludente per la destra che continua ad illudersi di essere maggioranza. Deludente per Salvini che gioca a fare il kingmaker, ma in modo poco convincente.
La quinta votazione è stata impietosa: la presidente Casellati ha ottenuto solo 382 voti sui 543 grandi elettori di cui dispone il centro destra. Quindi il capitano Salvini ha visto l’ammutinarsi di ben 71 franchi tiratori che hanno fatto il tiro a bersaglio. Incidente parlamentare che fa il paio con l’infortunio dei 101 cecchini patiti dal professor Romano Prodi. Bruciante anche quella impallinata. Con la differenza che non era rivolta ad una magistratura dello Stato in carica.
La sinistra si è astenuta per protesta (406 gli astenuti) mentre parte della destra pare abbia detto: Maria Elisabetta Casellati? Anche no, grazie! Si vede che qualcuno non ha ancora dimenticato le sue proteste, tra i parlamentari forzisti, sulle gradinate del palazzo di giustizia di Milano in difesa di Silvio Berlusconi in procinto di essere processato. Qualcuno non ha dimenticato la discussa nomina della figlia Ludovica Casellati, a capo della sua segreteria, quando fu sottosegretaria alla salute del compianto ministro Girolamo Sirchia. E qualcuno, ha forse anche storto il naso per il suo laborioso utilizzo dei voli di stato, a bordo di aerei Falcon 900 dell’Aeronautica. Insomma il flop in questa votazione, avrà pure qualche motivazione, sia personale che politico.
In questa quinta votazione, comunque, il Presidente della Repubblica in carica – Sergio Mattarella – raggranella ancora 46 voti, che sono arrivati dai grandi elettori di centro destra. Anche il probo magistrato Nino Di Matteo raccoglie 38 voti, che testimoniano esigenza di pulizia e dirittura morale tra la classe politica più sensibile ed avveduta rispetto al disincanto che serpeggia nella pubblica opinione.
Questo scossone che il centrodestra ha collezionato, si spera che sia la spinta giusta a far rinsavire qualcuno. E che le trattative vere possano avere inizio con un briciolo di spirito costruttivo. Per uscire dall’impasse che i media mettono impietosamente sotto gli occhi dei cittadini.
Restiamo in attesa di una fumata bianca, saggia e sostanziosa.
Non crediamo di chiedere troppo, in un Paese logorato da una ostinata pandemia che continua a mietere centinaia di morti ogni giorno.
Casellati presidente della Repubblica? Grazie, anche no! // Carmelo TOSCANO/ Redazione Lombardia
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