CARNEVALE DI ACIREALE – L’appello del presidente della Fondazione: «Maggiore partecipazione dei cittadini»
ACIREALE – Più di 350mila visitatori complessivi oltre alle presenze locali, un indotto economico che si aggira intorno ai 5 milioni di euro, la gestione di una struttura importante come la Cittadella dei carri allegorici e un primato regionale da non perdere: il “Più Bel Carnevale di Sicilia”, inteso nella sua accezione più ampia di storica tradizione culturale che comprende anche la “Festa dei Fiori”, si impone di fatto come tema politico centrale per la città di Acireale. Ed è questa la ragione che ha spinto il presidente della Fondazione del Carnevale Antonio Belcuore, a conclusione del suo mandato, a tracciare il bilancio dell’attività dell’ente, partendo dalla sua costituzione (nel 2014 con la guida di Antonio Coniglio) fino alle ultime due edizioni, che hanno decretato «un punto fondamentale di svolta nell’organizzazione di questo evento imponente, anche grazie all’introduzione di regole chiare e certe», come sottolineato da Belcuore nel corso della conferenza stampa di questa mattina (17 maggio) a Palazzo di Città.
Risultati significativi, certificati numericamente grazie ai controlli di sicurezza – che hanno permesso di monitorare i flussi – e grazie ai dati elaborati dall’Università di Catania: «Nel corso delle giornate del Carnevale – ha spiegato il presidente della Fondazione – abbiamo somministrato un questionario di gradimento a un campione demoscopico di oltre 300 persone, calcolato sulla media di 60mila persone al giorno per weekend. Tre le fasce d’età considerate: 15-30 anni (35%), 30-60 (39%), e over 60 (26%). Il 90% è di provenienza extra comunale, di cui il 50% non siciliano. Più della metà dei giudizi è molto positiva. Inoltre ben il 51% del totale partecipava per la prima volta alla manifestazione, ciò implica l’ottimo livello di comunicazione raggiunto, soprattutto a livello nazionale».
A queste statistiche, Belcuore ha poi aggiunto il punto chiave che ha consentito di raggiungere un tale traguardo: «Le associazioni dei carristi, la cui arte e passione sono un reale strumento di sviluppo – ha detto – Il Carnevale esiste perché sono loro a renderlo vivo. Sono i primi ad aver creduto nello sdoppiamento dei carri, in cartapesta e infiorati, che si è rivelato senza dubbio una scelta vincente, capace di attrarre migliaia di turisti in un periodo solitamente non turistico per Acireale, come quello primaverile. Anche l’esperienza dei testoni dedicati al G7 di Taormina ha confermato le enormipotenzialità di destagionalizzazione».
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Ringrazio anche l’intero Consiglio della Fondazione – ha dichiarato Belcuore – i volontari, le forze dell’ordine, e l’Amministrazione comunale guidata da Roberto Barbagallo, che mi ha dato l’incarico e ha permesso senza ingerenze di portare avanti una piccola costruttiva rivoluzione. Oggi il Carnevale di Acireale e la Festa dei Fiori hanno un posizionamento alto nel calendario regionale e nazionale, riconosciuto da organi di stampa autorevoli. Hanno una nuova immagine grafica, vantano finalmente il merchandising e una comunicazione digitale di straordinaria efficienza, sia sui social network (che hanno fatto da cassa di risonanza per milioni di utenti nel mondo) che sui siti web. Tra questi, quello della Fondazione ha ricevuto da pochi giorni un premio internazionale, anche per il suo aspetto istituzionale che mette in primo piano l’amministrazione trasparente».
La prossima squadra organizzativa, la cui nomina spetta alla giunta comunale che sarà eletta, eredita dunque una Fondazione solida, un Carnevale e una Festa dei Fiori in pieno fermento: «Mi auguro che chi prenderà le redini continui a puntare in alto – ha concluso Belcuore – Bisogna lavorare molto sul fronte dei servizi, ma ciò che manca veramente al Carnevale è la partecipazione della città. Va stimolato il coinvolgimento degli acesi e non alimentata la polemica di pochi. Il Carnevale è di Acireale, i cittadini devono sentirlo proprio. Acireale non è solo la cornice, è protagonista assoluta in tutta la sua dimensione sociale».
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