I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale recuperano dipinto “Adorazione del Bambino”, rubato sette anni fa da una chiesa di Massalubrense.
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Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: recuperato “Adorazione del Bamabino”
Il 15 gennaio del 2014 l’opera “Adorazione del Bambino” -dipinto a olio su tela- fu trafugata dalla Chiesa Santa Maria delle Grazie di Massalubrense. Questa mattina il dipinto è stato restituito al parroco, Don Vito Maresca, dal Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, alla presenza del Sindaco Lorenzo Balducelli.
Questo importante successo è stato raggiunto a seguito di una lunga operazione di investigazione,
condotta dal Nucleo TPC di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea, a seguito della quale è stato possibile individuare ventinove persone facenti parte di un’organizzazione criminale con base logistica in Campania, che ricettava beni preziosi rubati da luoghi di culto e istituti religiosi collocati sull’intero territorio nazionale.
Era una vera e propria “banda di professionisti”, esperta del settore già da molti anni: oggetto dei loro affari erano sia opere di antiquariato sia beni ecclesiastici.
Ciascun componente era un esperto nel “proprio settore”: alcuni avevano il compito di effettuare sopralluoghi per individuare luoghi di culto vulnerabili, altri si occupavano del reperimento dei beni per individuare i canali illeciti di vendita, ad altri ancora spettava, infine, la collocazione dei pezzi rubati, dai mercati rionali per gli oggetti di minore rilevanza a trattative private nel caso di opere di notevole valore commerciale.
E’ stato possibile individuare numerosi beni, facendo ricorso alla consultazione dei dati contenuti nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, gestito dal Comando TPC.
Gli oggetti recuperati, derivanti da 55 furti compiuti sull’intero territorio nazionale, da Bolzano a Catania, provengono in prevalenza da chiese e abitazioni private. Tra i più rilevanti da ricordare, l’intero tesoro di San Donato, asportato dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Acerno (SA), e due busti in legno raffiguranti “San Paolo” e “San Pietro”, rubati dalla Chiesa di San Carlo a Cave (RM).
E’ avvilente pensare che se da un lato l’Arte possa innalzare gli animi e le coscienze delle persone, dall’altro esistono persone “immuni” alla Bellezza e capaci di trattare tali “oggetti” come semplici oggetti di scambio.
D’altronde possono essere semplicemente definite “cose”, la cui importanza è data dal valore commerciale che gli si attribuisce, tralasciando completamente il valore sentimentale e l’emozione che può suscitare pensando al significato metaforico ed evocativo di quell’oggetto.
Indipendentemente dal considerare che un tale “oggetto” venga “elevato” a simbolo religioso, resta il fatto che alla base si evidenzia una naturale attitudine da parte di certi esseri umani che vivono in società civili a intendere “il furto” come una componente dei propri affari…
Dunque non è vero che l’Arte nobilita gli animi, altrimenti queste persone, dinanzi all’alto valore artistico di questi “oggetti” avrebbero dovuto desistere… E non lo hanno fatto.
E’ stato l’intervento dello Stato che attraverso l’opera dei Carabinieri ha esercitato la forza legittima restituendo il maltolto.
In questi quasi due anni di pandemia, si è parlato di quanto si sentisse la mancanza di Arte…
Ma a questo punto, vale la pena chiedersi, COSA è l’Arte?
Quale dovrebbe essere la sua funzione? Intrattenimento, educativo, qualcosa di ben fatto secondo misure proporzionate e armoniose?
Quale sarebbe la funzione di “arricchimento” per il nostro spirito di un qualcosa messo in una cornice?
Perché persino dinanzi a qualcosa di Bello, non ci si vergogna nel compiere un gesto immorale, ingiusto come il furto?
C’è bisogno di guardarsi indietro e cercare di capire “in quale punto” nel corso della storia, si è persa la vergogna di agire male persino a discapito di qualcosa di Bello.
L’Arte è quel qualcosa che ci “fa compagnia per il tempo in cui ci immergiamo in essa, facendoci dimenticare la paura della morte, dell’idea che il presente che viviamo un giorno non ci sarà più, e ci fa assaporare l’infinito con l’emozione che suscita la contemplazione di un qualcosa di Bello ed Emozionante, al punto da smuovere le nostre coscienze, ispirarci coraggio e tornare al Presente, una volta finito lo spettacolo, con la voglia vivere nonostante il mistero che ci attende” .
Stéphanie Esposito Perna / Redazione Campania