Paolo Capodaglio, ex centrocampista della Juve Stabia e del Monterosi Tuscia, è intervenuto nel corso della trasmissione “Juve Stabia Live”.
Le dichiarazioni di Capodaglio sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.
“Ero molto carico in quella stagione 2016-2017 alla Juve Stabia. Purtroppo un brutto infortunio nell’amichevole con la Frattese mi ha fatto perdere qualche partita. Poi mi ricordo la riabilitazione e il pranzare con la cannuccia e allenarmi con la cyclette che era l’unica cosa che potevo fare. Giocai molto presto con la Vibonese. Ricordo quello – aggiunge Capodaglio – e la nostra semi cavalcata che purtroppo non durò tutto l’anno. Giocare a Castellammare è quello che ogni calciatore sogna.
Il mister Fontana era una persona meticolosa e come tutti gli allenatori andare dietro ad un mister del genere non era facile. Alle prime difficoltà fu difficile fare quello che ci richiedeva. Finché è andato tutto liscio era un gran bel divertimento anche per noi che giocavamo. Mi ricordo che Fontana era molto esigente.
Da ex di entrambe le squadre dico che le due squadre vivono un momento molto contrapposto. La Juve Stabia ha trovato una quadratura. Di contro c’è una squadra che viene da 4 sconfitte e un cambio di allenatore. Il Monterosi è anche una società nuova nel professionismo. Conoscendo un po’ l’ambiente del Monterosi – continua Capodaglio – credo che non verranno a Castellammare in modo remissivo e sarà una partita insidiosa per le Vespe. Mentalmente all’interno di una squadra il cambio di allenatore viene considerato dagli avverA sari sempre come un fatto positivo ma la Juve Stabia in questo caso ha tutto da perdere.
Con il mister D’Antoni avevo un ottimo rapporto. Aveva già sfiorato la vittoria dell’Interregionale, quello che abbiamo raggiunto lo scorso anno potevamo anche raggiungerlo precedentemente. D’Antoni – aggiunge Capodaglio – era un mister molto preparato e a prescindere da ciò che è accaduto in questi giorni e farà sicuramente bene.
L’intento del presidente del Monterosi per questo campionato era tenere l’ossatura principale della squadra ma poi non è stato così. C’è da parte mia un po’ di rammarico per non essere rimasto ma le cose si fanno anche in due. In ogni caso ci si lascia con un bellissimo ricordo.
Di Castellammare ho un bellissimo ricordo. Dopo il pareggio a Caserta con gol di Mastalli, mi ricordo l’entrata in campo che era completamente pieno e la nostra bella partita. Poi il 4-1 col Foggia con un Menti pieno e l’ex presidente Fiore in tribuna. Anche col Lecce grandissimo primo tempo e blackout totale nel secondo tempo. E poi mi ricordo il gol di Ripa annullato ingiustamente dall’arbitro nel playoff con la Reggiana. Non fu una nostra grande partita, poche occasioni ma il gol lo avevamo fatto. A Matera – continua Capodaglio – feci un gol bellissimo nella nebbia. Venne mio padre a vedere la partita e non vide il gol a causa della nebbia. Se ne accorse dall’esultanza della Curva.
Ho visto le ultime gare della Juve Stabia. Mi ha colpito l’intensità. Mi sembra una squadra che quando raggiunge una certa intensità fa molto bene. Quando invece non raggiunge quella intensità mi sembra un centrocampo monopasso. Ma è un problema che si risolverà con mister Sottili. Già col Bari si è fatto benissimo.
Nel periodo di Castellammare mangiavo con Lisi ed avevo un rapporto molto buono con lui. Nell’ultimo periodo Fontana e anche Caserta lo misero quasi a giocare terzino. Gli dissero che quella sarebbe stata la sua dimensione in una categoria più alta. Quando accelerava si vedeva che aveva qualcosa in più.
Mi ricordo sempre il nostro dodicesimo uomo in campo. Grossi festeggiamenti, noi con loro sotto il settore ma anche quando eravamo in trasferta. E’ quello che ogni giocatore vuole avere avanti nei momenti di esaltazione. Quell’anno – conclude Capodaglio – è stato tutto fatto a fin di bene e il pubblico di Castellammare lo ricordo sempre con grande piacere. Fanno parte dei ricordi più belli miei a Castellammare.
Non credo che farò l’allenatore, mi piacerebbe più fare il direttore sportivo, mi vedo più in quella veste”.