“Io e Paolo decidemmo una cosa sul Napoli”
Fabio Cannavaro, ex difensore del Napoli e campione del mondo nel 2006 con la Nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Corriere dello Sport per parlare del club azzurro e di Marek Hamsik, accostato al suo club in Cina.
Ecco le sue parole:
Parliamo di Hamsik, per cominciare.
“Gran giocatore e grandissima persona. Ragazzo straordinario, nel pieno della maturità. Però, a parte quelle che sono le mie esigenze attuali e che concentrano l’attenzione su un attaccante, c’è un aspetto romantico-sentimentale che si pone: ne ho parlato con Paolo, mio fratello, in epoca non sospetta, non prenderemmo mai un calciatore al Napoli per non rappresentare elemento di disturbo. Stiamo parlando della nostra squadra, quella della nostra città: e non mi permetterei di fare azioni che possano alterare umori ed equilibri”.
Ma Hamsik verso il Guangzhou è stato avvicinato.
“E’ stato proposto ed è normale che accada ciò, stiamo parlando di un calciatore di assoluto livello intorno al quale esiste ammirazione. Ho avuto modo di chiacchierare con Venglos, il procuratore, però vale quello che le ho appena detto: lui è il capitano del Napoli, non sarò quello che lo porta via”.
Sa che se lo ritroverà dalle sue parti: l’altro Guangzhou ma, soprattutto, lo Shandong Luneng, aspettano. In cosa s’imbatte chi arriva in Cina adesso?
“Calcisticamente, in un campionato in assoluta fase evolutiva. Quotidianamente, in un Paese meraviglioso, che sta crescendo, che ha città con un’elevata qualità della vita. C’è un solo, unico problema: la distanza dall’Italia”.
Dica qualcosa da Cannavaro.
“Che Ancelotti vi commuoverà, come il giorno in cui comunicò a noi giocatori del Parma che sarebbe andato via, al Milan: piangemmo tutti. Perché Carletto non è solo un allenatore enorme, e non sono io a scoprirlo, ma anche un uomo eccezionale”.
Un aneddoto si può svelare oggi che il caso è prescritto.
“Mi ha fatto crescere, mi ha introdotto dalla marcatura a uomo alla difesa a zona e poi mi ha sistemato al fianco di Thuram. Ma prima, all’inizio, non mi vedeva o diciamo che non mi faceva giocare, mi spostava a destra o anche a sinistra. Ma è stato un periodo brevissimo e iniziale. Io spero di diventare come lui”.
Ancelotti avvicina il Napoli a questi “mostri”?
“Uno che ha tutti quei trofei, sa come si fa per vincere. Il salto di qualità, e senza offesa per Sarri di cui Carletto sfrutterà il lavoro, si percepirà”.
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