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Cannabis terapeutica: il dolore non aspetta! Consegnata lettera a Fico

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Cannabis Terapeutica: Walter consegna una lettera  al Presidente della Camera in cui racconta” la storia di tanti troppi malati inascoltati”.

Cannabis terapeutica: il dolore non aspetta! Consegnata lettera al presidente Fico

Mercoledì 23 ottobre a Roma presso la Camera dei deputati si è tenuto un incontro per consegnare la lettera scritta da Walter a questo Governo, in cui racconta la storia di tanti troppi malati inascoltati. Durante la manifestazione sono state consegnate al Presidente della Camera Roberto Fico oltre 25 mila firme raccolte nel 2019 a sostegno della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis già depositata alla Camera. Qui il testo integrale della lettera scritta da Walter:

Caro Presidente Giuseppe Conte ,
Cari Ministri Roberto Speranza e Lorenzo Guerini,
e cari Parlamentari tutti:

Vi scrivo perché in questi giorni il mio caso personale ha interessato la stampa nazionale per alcune mie dichiarazioni particolarmente disperate. Se non aveste avuto modo di sentirla, si tratta di una storia di negazione del diritto alla salute e di accesso a terapie consentite nel nostro paese per, tra l’altro, curare il dolore grazie alla cannabis. Un dolore che non aspetta.
Terapie senza le quali la vita per uno come me risulta molto più difficile da vivere di quanto già non lo sia.
Da anni ho trovato conforto terapeutico nella cannabis, ma da tempo non riesco a ottenere la quantità che mi occorre per affrontare il dolore che quotidianamente mi accompagna. La scarsità dei prodotti è dovuta a una crescente domanda a cui l’Italia non è riuscita a corrispondere con la produzione nazionale o le importazioni.
Sono tutte cose che immagino sappiate, quindi perché non si fa niente? Il nostro dolore arriva tutti i giorni.
So che la mia non è una condizione singolare, sono, siamo, in migliaia a doverci confrontare tutti i giorni con questa mancanza. E come siamo costretti a rispondere a uno Stato che non garantisce i diritti? Ci arrangiamo, spesso grazie alla solidarietà fattiva di amici e parenti o di associazioni, per non dovere soffrire le pene dell’inferno perché il dolore non aspetta.
Possibile che per veder garantito il diritto alla salute , il diritto a vivere degnamente, occorra arrivare a disobbedire e rischiare il carcere per poter ottenere una terapia?
Caro Presidente Conte, cari Ministri della Salute e della Difesa, cari Parlamentari tutti, in queste ore in cui state definendo la legge di bilancio Vi chiedo, Vi chiediamo, di prevedere ulteriori finanziamenti per far sì che noi malati, tra le varie terapie previste e rimborsate, si possa finalmente poter avere accesso a quei trattamenti che su di noi funzionano e che hanno la pianta proibita della cannabis come ingrediente fondamentale.
Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ritiene che ci siano ampi margini di impiego terapeutico della pianta medica, perché non ascoltarli?
E già che ci siamo, proprio perché non possiamo andare avanti con soluzioni temporanee o concessioni a casi umani, perché non legalizziamo definitivamente la cannabis in modo da non dover rischiare il carcere se e quando decidiamo di non far del male a nessuno e bene a noi stessi?
Caro Presidente Conte, cari Ministri della Salute e della Difesa, cari Parlamentari tutti, immagino che riceviate messaggi tutti i giorni su tanti temi e che tutti vi chiedono di tutto. Questa mia lettera Vi chiede solo di rispettare una legge che c’è e che da anni consente il ricorso a terapie prima proibite – e magari di adottarne un’altra che ci faciliterebbe la vita – dopotutto è il vostro lavoro no?

Con speranza,

Walter

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Walter aveva 16 anni quando ha sentito i primi dolori alle ossa. Oggi è bloccato in un letto, affetto da una malattia che può solo peggiorare. Solo la cannabis terapeutica gli dà sollievo. Ma nella farmacia pubblica di Arezzo, dove vive, la quantità di cui ha bisogno non è disponibile. Alcune settimane fa i carabinieri sono arrivati a casa sua. Pochi giorni dopo ha scoperto di essere stato denunciato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Lui la coltiva in casa,aiutato da un suo amico,perché la Asl non ha potuto garantirgli la quantità necessaria alla terapia prescritta.

Per fortuna la storia toccante di Walter ha scatenato una vera e propria gara di solidarietà. Gli amici di Walter hanno creato un gruppo fb “Io sto con Walter (ma anche con Marco)” al quale hanno aderito tanti malati , ma anche associazioni , politici, personaggi dello spettacolo musicisti ed è stata creata anche una campagna di raccolta fondi per le spese legali che dovrà affrontare. Inviato un appello anche al Presidente della Repubblica  Mattarella per chiedere la grazia . 

In un precedente articolo “Cannabis Medica:il Comitato Pazienti scrive al ministro Speranza“ci eravamo già occupati delle criticità che i pazienti riscontrano ogni giorno per poter accedere a queste terapie. Questi i quattro punti fondamentali della lettera inviata al ministro della salute Roberto Speranza dal comitato di pazienti:

  1. Forniture: la quantità di cannabis oggetto del bando, potrà probabilmente soddisfare il fabbisogno di cannabis nazionale per massimo 8-9 mesi; il crescente numero di pazienti, la lacunosa distribuzione di cannabis sul territorio nazionale e la scarsa disponibilità di prodotto presso le farmacie, continueranno ad essere fattori di incertezza della terapia, di pregiudizio da parte dei medici prescrittori e di nuovo disappunto da parte dei pazienti che continueranno a vivere nell’assoluta incertezza circa la reperibilità di cannabis presso le farmacie. Da questo punto di vista, il tema attuale – esplicitato e illustrato più volte nelle opportune sedi – non sarà risolto ma solo „rimandato“ temporalmente di qualche mese!
  2. Continuità di cura: con l’importazione di altre tre varietà di cannabis si introducono nuovi prodotti diversi e non sostituibili rispetto a quelli ora in commercio. E‘ difficile da accettare la difficoltà che si riscontra presso gli organismi dirigenziali preposti nel comprendere che non tutti i tipi di cannabis sono uguali e che ogni varietà ha un’azione differente. Cannabis è la sostanza attiva ma ciascuna varietà è assolutamente diversa dall’altra. Non si può pensare di importare ogni volta un prodotto diverso e terminata la fornitura si chiede di sostituirlo con un altro. Cosa faranno i pazienti pediatrici ora in terapia con ad esempio Aurora 1/12? Come farete a garantire che i pazienti attualmente in cura possano ricevere il loro prodotto prescritto dal medico? Per quali motivi gli uffici del Ministero ostacolano le nostre richieste e continuano a pensare che si può passare da una varietà all’altra senza rischiare di compromettere l’efficacia della cura
  3. Formazione a medici e farmacisti: Le informazioni diffuse sui vari siti web non sono chiare nè esaustive; necessita una formazione continua e capillare. Si registrano continue segnalazioni sia da parte di medici che riscontrano estreme difficoltà nella prescrizione sia di farmacisti nella reperibilità del prodotto.Tutto ciò rappresenta un ulteriore ostacolo alla continuità di cura per i pazienti che sono costretti a spostarsi continuamente per garantirsi la fornitura del proprio medicinale.
  4. Ricerca scientifica: Molti centri universitari e di ricerca potrebbero contribuire in modo sostanziale nel chiarire le basi scientifiche dei benefici della cannabis nella cura di determinate patologie; se i primi ricevessero le autorizzazioni ad importare cannabis per scopi di ricerca, il comparto scientifico avrebbe l’opportunità di approfondire i temi legati all’efficacia dell’impiego della cannabis su determinate patologie, fornendo importanti informazioni a supporto dell’efficacia ,qualità e sicurezza di cura. Il mondo scientifico, le università, i gruppi di ricerca hanno presentato diversi progetti di studio , ma nessuna richiesta di importazione a scopo di ricerca è stata accettata; perché le richieste di importazione da parte di illustri professori e ricercatori vengono puntualmente disattese dagli uffici ministeriali?

Santa Sarta

 

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