La contesa assume connotati politici
Sono il Piano ospedaliero – e i voti da segnare sulla pagella dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) – le pedine cruciali inserite sullo scacchiere della Sanità campana. Tasselli appartenente tecnici, in realtà dal valore squisitamente politico, con cui si sta per disputare l’ennesima dura partita ai tavoli romani, tra Governo e Regione.
La graticola su cui il ministro della Salute Giulia Grillo intende mettere il Governatore della Campania Vincenzo De Luca è il Piano di riordino degli ospedali che, alla vigilia della verifica della prossima settimana a Roma, rischia di restare ancora una volta bloccato nel pantano. A due anni e mezzo dal suo varo (a maggio del 2016) e a distanza di otto anni dalla prima stesura, partorita dalla precedente giunta, mai attuata, si profila dunque un nuovo stop. Polo materno-infantile. Al centro del braccio di ferro ci sono ufficialmente scelte tecniche. Su tutte quella del polo materno infantile a Napoli che la Regione intende fermamente dirottare dall’Ospedale del mare al Loreto per evitare doppioni con Villa Betania e salvare il presidio di via Vespucci. E che invece comitati di cittadini, sindacati medici e operatori contestano. Obiezioni sposate prima dal Movimento 5 Stelle campano e dal ministro Grillo dopo. Una contesa che ha finito per assumere connotati squisitamente politici. Le asperità e divergenze del confronto, la caratterizzazione dei toni e anche le personalità in gioco non consentono di intravedere, allo stato attuale, punti di mediazione.
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