Le conseguenze della sentenza della Consulta sulla legge che permetteva una sorta di condono edilizio per edifici abusivi: 70mila case da abbattere in Campania
La legge della Regione Campania- approvata nel 2017 – che dava l’opportunità agli enti di proporre una sorta di condono edilizio per le case su cui pendeva una vertenza è stata bocciata senza possibilità di appello dalla Consulta.
La legge, dichiarata incostituzionale dalla Consulta, è stata rigettata tramite la seguente sentenza: Gli immobili abusivi, anche se entrati a far parte del patrimonio dei Comuni, vanno demoliti. Uniche deroghe per quegli immobili che presentassero, e ogni caso sarà valutato singolarmente e molto attentamente, una valenza di pubblica utilità.
Insomma, con la sentenza della Corte cade il criterio fondante su cui si strutturava la sanatoria campana del cosiddetto abuso di necessità. Saranno dunque tutti decretati quali immobili fuorilegge. In una nota, Palazzo Santa Lucia prende atto della sentenza, ricorda che la stessa legge nazionale «prevede la facoltà dei Comuni di non demolire le opere abusive», ritiene «necessaria una disciplina» che affronti il problema e fa sapere che sottoporrà alla Conferenza Stato-Regioni, al governo e ai gruppi parlamentari «l’adozione di ogni misura all’interno del quadro normativo nazionale».
Intanto la legge, nei fatti, è stata bocciata e sarebbero ben 70mila le case che dovranno essere demolite. La legge regionale fu approvata a luglio 2017 e fu fortemente voluta dal governatore De Luca per dare una risposta a quelle 70mila sentenze di demolizione che tuttora gravano su tutto il territorio Campano tra zone a maggiore concentrazione e altre zone in cui le case a rischio sarebbero meno addensate.
La Corte fa riferimento al testo unico sull’edilizia e all’uniformità tra le Regioni, spiegando nei fatti che la competenza è del governo centrale e di certo non possono esserci differenze da regione a regione. La Consulta, riferisce Ottopagine, ha dichiarato incostituzionale la conservazione degli immobili abusivi acquisiti al patrimonio comunale, laddove si consentiva ai Comuni di non demolire le case fuorilegge locandole o alienandole agli stessi occupanti.
Diverse le reazioni alla sentenza. Gli ambientalisti esultano e parlano di vittoria della legalità; il M5s, che in consiglio regionale aveva votato contro, sottolinea che “già un anno fa denunciammo i profili di incostituzionalità”; Forza Italia, da sempre in prima linea a favore degli abusi di necessità, rilancia la propria battaglia.
Una cosa è certa, la sentenza della Consulta è destinata a scombussolare diverse città della Regione con il più alto numero di case abusive: secondo i dati di Legambiente sono 70mila. Vincenzo De Luca, da viceministro alle Infrastrutture, parlò di 80mila abitazioni fuori legge, ma c’è anche chi dice che siano oltre 100mila.
Andando più nello specifico, soltanto nella «Zona rossa» intorno al Vesuvio ce ne sarebbero quasi 27mila. Scorrendo la mappa, la procura di Torre Annunziata ha calcolato che almeno 3mila edifici tra Torre del Greco e Massa Lubrense sarebbero da abbattere. Ma come ha più volte spiegato il governatore i costi e i tempi saranno enormi e lunghissimi. Secondo una stima ogni abbattimento costerebbe circa 30mila euro, ovviamente a carico dei Comuni.
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