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Calenda: “Il PD ha fallito nel sembrare troppo vicino ai vincenti”

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Calenda: “Il PD ha fallito nel sembrare troppo vicino ai vincenti, gli ultimi si sono sentiti abbandonati”

Non è dal Pd fischiato a Genova che i dem devono ripartire ma dalla rifondazione di un progetto ideale solido e organico per i progressisti e dalle persone, allargando anche agli elettori moderati che non si riconoscono nel progetto di democrazia illiberale di Salvini e di Di Maio. Per questo occorre andare oltre il Pd». Inizia così l’intervista rilasciata a laRepubblica da Carlo Calenda, l’ex ministro dello Sviluppo economico, che continua nel suo percorso per rispolverare un fronte di sinistra che possa coinvolgere di nuovo gli elettori delusi.
La delusione “è frutto di errori fatti, pur avendo secondo me governato bene. Ma siamo rimasti legati alla retorica progressista degli anni Novanta. Ottimistica.” sottolinea l’ex Ministro.
” Abbiamo dato la sensazione di stare dalla parte dei vincenti, alienandoci un pezzo di Paese. Sia chiaro, è una crisi di tutto l’Occidente con l’impoverimento delle classi medie, l’aumento delle diseguaglianze, la diminuzione della mobilità sociale e l’aumento dell’analfabetismo funzionale. I progressisti non hanno generato progresso negli ultimi decenni“.
Sugli applausi ai funerali delle vittime di Genova a Salvini e Di Maio: “Il nuovo è accolto con entusiasmo. Per alcuni mesi. È successo con Berlusconi e con Renzi. Il Pd deve ripartire dalle idee: dalla fondazione di un nuovo pensiero progressista con un ruolo molto più forte per lo Stato nelle trasformazioni. Non sto parlando affatto di buttare soldi nelle nazionalizzazioni, ma di un ruolo dello Stato simile a quello svolto nel dopoguerra o nella fase del New Deal con un ripensamento della società e degli strumenti per potenziare l’uomo, e non solo la tecnologia e l’economia”.

Calenda ha poi voluto ritornare sul suo nuovo progetto politico del quale ha presentato il Manifesto qualche mese fa: “Si tratta di rifondare un pensiero progressista organico, di difendere la democrazia liberale che da un lato Salvini e Orban vogliono abbattere per seguire le sirene del Putinismo, dall’altro i M5S smantellare in nome di una finta democrazia diretta. E soprattutto aprire il confronto con tutti quei cittadini anche moderati che non vogliono vedere l’Italia rischiare il default, impoverirsi ancora di più, emarginarsi e diventare come Ungheria e Polonia”.
Sulla polemica per l’opposizione scialba del PD e degli altri partiti di sinistra:”È difficile fare l’opposizione di una maggioranza che ogni giorno fa una boutade mediatica. Ma d’altra parte Lega e M5S se la fanno loro stessi l’opposizione, perché stanno costruendo le premesse per arrivare a un disastro in autunno con la manovra economica e le pagliacciate come quella dell’Alitalia, la vergogna della Diciotti, le richieste di aiuto ai russi e ai cinesi sul debito. L’Italia è in questo momento fuori controllo”.

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