A quale epoca risale il calcio?
Storia del Calcio
È
idea comune che la patria del calcio sia il mondo anglosassone, ma in realtà non vi è nulla di vero. Al mondo inglese va il merito di aver creato le regole del calcio moderno, ma la storia del calcio ha radici molto profonde in una terra molto lontana.
La storia ci porta indietro di 4500 anni, durante l’epoca dell’impero Giallo di Huangdi (che regnò tra il 2697 e il 2597 a.C.), le truppe militari si sfidavano in un gioco chiamato Tsu Chu, che letteralmente significa “palla calciata con i piedi”.
La palla utilizzata era colma di piume e capelli femminili. Lo scopo del gioco era calciare il pallone in un buco sostenuto da due canne di bambù (per alcuni versi ricorda quello praticato dalle civiltà precolombiane).
Lo Tsu Chu, fu importato in Giappone portando così alla nascita delle prime dispute internazionali fra i due Paesi orientali.
Continuando il nostro viaggio, tracce dell’antenata disciplina calcistica, si intravedono intorno al IV secolo a.C. in Grecia. Qui si affermò quello che prese il nome di Episkyros, costituito da due squadre da 12-14 giocatori a cui era ammesso toccare la palla anche con le mani.
A Sparta sembra essere attestata una primitiva forma di competizioni fra diverse squadre, per l’esattezza 14 squadre, che si sfidavano durante la festa annuale. A questo gioco erano ammesse anche le donne.
Invece a Roma l’Episkyros prese il nome di Harpastum (dal greco arpazo, cioè afferrare o strappare con forza). Si giocava con una piccola palla contesa da due squadre, in un terreno rettangolare delimitata da una linea che attorniava il campo e una centrale. Lo scopo del gioco era quello di poggiare la palla sulla linea di fondo della squadra avversaria. A differenza del calcio odierno, oltre ai passaggi con gli arti inferiori, erano consentiti anche quelli con le mani.
Per 800 anni le legioni romane portarono il gioco per l’intera Europa diffondendolo soprattutto nell’isola Britannica.
Nel ‘200 è attestato un gioco chiamato Large-football proveniente dalle isole Britanniche, famoso per la brutalità con cui i giocatori lo praticavano durante il carnevale londinese. La sua fama di gioco violento lo portò ad essere bandito. Edoardo I infatti, proibì il gioco nei luoghi pubblici per poi essere messo al bando da Enrico V.
In Inghilterra il calcio ritorna nel 1617 con Giacomo Stuart e fu praticato quasi esclusivamente dai giovani universitari.
Furono stilate le prime regole scritte chiamato dribbling-game che prevedevano un gioco disputato da due squadre di 11 ( 11 perché le camerate degli universitari erano composte da tale numero) o 22 giocatori ciascuna e prevedeva l’uso di entrambi gli arti. Questo tipo di gioco era un misto tra il calcio e il rugby fino alla totale separazione e alla nascita di quest’ultimo nel 1846. Da questa data in poi nasce quella che è considerata la vera storia del calcio.
La diffusione del gioco del calcio vera e proprio si ebbe nelle olimpiadi di Londra nel 1908
Il calcio da allora è cambiato, a volte in bene a volte in male. Ciò che invece non è cambiato e l’amore che unisce in un unico posto più persone che condividono la passione per un’unica squadra.
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