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Caduta libera della Lira turca, Erdogan denuncia un complotto internazionale: banche europee in ansia

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Caduta libera della Lira turca, Erdogan denuncia un complotto internazionale: banche europee in ansia

La lira turca è in caduta libera e l’impatto si fa sentire anche sui mercati europei: soffrono i titoli delle banche più esposte nei confronti del Paese guidato da Recep Tayyip Erdogan.
Piazza Affari in avvio di contrattazione Unicredit, proprietaria dell’istituto di credito Yapi Kredi, ha ceduto il 4,11%. Secondo il Financial Times, la vigilanza della Bce teme gli effetti della crisi valutaria di Ankara anche per la spagnola Bbva e la francese Bnp Paribas.

Venerdì la lira è arrivata a scambiare fino a 6,3 sul dollaro, perdendo il 13,5% e toccando così i minimi storici. Poi ha recuperato un po’ di terreno, assestandosi attorno a 5,8. La nuova flessione arriva poche ore dopo la decisione del governo di abbassare dal 5,5 al 4% il target di crescita. Il Paese è preda di un’inflazione galoppante mentre i rendimenti sui titoli di Stato decennali viaggiano poco sotto il 20%.
Erdogan, riferisce ilFattoQuotidiano, è tornato a farsi sentire denunciando “campagne” contro la Turchia e invitando i suoi cittadini a non farsi prendere dal panico per il crollo della lira sui mercati valutari: “Ci sono diverse campagne in corso, non prestate loro alcuna attenzione – ha detto – Non dimenticate questo: se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro diritto, il nostro Allah“.

Quest’anno la moneta turca ha già perso un terzo del suo valore a causa delle politiche del presidente, in aperto contrasto con i paesi occidentali. Il “Sultano”, dopo la vittoria elettorale di giugno, ha ridotto ancor più l’autonomia della banca centrale impedendo una stretta monetaria giudicata necessaria in uno scenario mondiale di tassi in rialzo. Anche i ministeri economici sono stati posti sotto stretto controllo del presidente aumentando così i timori degli investitori.

In totale l’esposizione delle banche internazionali verso la Turchia, stando alla Banca dei regolamenti internazionali, è pari a 264,9 miliardi di dollari. Quelle italiane vantano crediti per quasi 15 miliardi di euro (16,9 miliardi di dollari) che salgono a 16 se si includono le garanzie. Gli istituti di credito del nostro Paese vengono dopo la Spagna (71 miliardi), la Francia (33 miliardi), la Gran Bretagna (16,5) e gli Stati Uniti (15,6) oltre alla Germania (14,8). Da segnalare anche il Giappone con 12 miliardi di esposizione.

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