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Bruxelles – Europa, migranti: quell’idea comune di accoglienza

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Bruxelles  – Rapporto sull’immigrazione approvato in Commissione parlamentare a Bruxelles per delineare una vera politica condivisa sull’immigrazione e l’asilo. Le chiavi di soluzione di questa crisi, basata sull’attuazione dei principi di solidarietà e condivisione previsti dai Trattati, ma rimasti inattuati. Nascerà così, dopo il passaggio in plenaria a Strasburgo, previsto ad aprile, la posizione del Parlamento Europeo sull’immigrazione nei prossimi anni

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RUXELLES –  Caro direttore,
con il rapporto sull’immigrazione approvato questa settimana in Commissione parlamentare a Bruxelles, e di cui sono relatrice, disegniamo una vera politica comune europea sull’immigrazione e l’asilo. Indichiamo le chiavi di soluzione di questa crisi, basata sull’attuazione di quei principi di solidarietà e condivisione delle responsabilità previsti dai Trattati, ma rimasti inattuati. Il rapporto segnerà, dopo il passaggio in plenaria a Strasburgo previsto per aprile, la posizione del Parlamento Europeo sull’immigrazione nei prossimi anni. Non c’è una sola chiave di soluzione, ma serve un’agenda organica di azioni. Qui alcuni tra i punti principali:

Solidarietà. Abbiamo disegnato un sistema coerente basato sull’attuazione del principio di solidarietà e la piena condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati Membri su tutti i fronti. L’intero futuro Sistema europeo comune di asilo dovrà essere basato sulla solidarietà e la piena condivisione della responsabilità tra tutti gli Stati membri.

Regolamento di Dublino. Chiave di soluzione fondamentale e perno di una nuova politica comune europea sull’immigrazione e l’asilo è il superamento dell’attuale Regolamento di Dublino che ha fallito alla prova, penalizzando in particolare i  Paesi frontalieri del sud Europa come l’Italia e la Grecia. Propongo che la domanda d’asilo non sia più rivolta allo Stato di prima accoglienza, ma all’Unione Europea e gestita solidalmente fra tutti i 28 Stati Membri.

La gestione delle frontiere esterne. Schengen è l’Europa, sospenderlo non risolve alcun problema. Nel Rapporto è indicata la chiave di soluzione per salvare questa grande conquista di libertà, sinonimo e simbolo del sogno europeo.  È decisiva la gestione comunitaria delle frontiere esterne dell’Europa accelerando l’istituzione della Guardia Costiera e di Frontiera europea.

Visti umanitari. Basta viaggi della morte. In Commissione parlamentare abbiamo fatto nostra la previsione contenuta nel rapporto al voto stesso sulla revisione del codice visti: propongo che tutte le persone bisognose di protezione internazionale possano richiedere un visto umanitario presso ogni consolato o ambasciata di uno Stato terzo. Una volta concesso il visto, il detentore deve poter rientrare in questo Stato per presentare la domanda di protezione internazionale.

Lotta al traffico di esseri umani. In Commissione parlamentare abbiamo anche votato per rafforzare la lotta contro il traffico di esseri umani.

Le risorse tecniche e finanziarie. Abbiamo chiesto una maggiore allocazione delle risorse tecniche e finanziare per aiutare gli Stati membri di primo approdo come l’Italia e la Grecia.

Canali legali di immigrazione. Nella mia proposta sono previsti i corridoi umanitari, canali legali di immigrazione attraverso un sistema permanente e obbligo di reinsediamento che prenda in considerazione un numero significativo di beneficiari, pari a quello definito dall’UNHCR. Proponiamo un meccanismo vincolante e permanente per il cosiddetto reinsediamento di un numero considerevole di richiedenti asilo dai campi profughi dei Paesi Terzi agli Stati membri, insieme agli altri strumenti di solidarietà, quali l’ammissione umanitaria e i visti umanitari.

Integrazione. All’apertura dei canali per l’ingresso legale dei migranti all’interno del suolo europeo deve far seguito l’adozione di misure e politiche dirette in primo luogo all’integrazione dei migranti. La sfida che ci troviamo ad affrontare è di sviluppare un approccio che abbia l’obiettivo prioritario dell’integrazione dei flussi migratori nel tessuto sociale, economico e politico dei paesi europei, garantendo loro diritti e al contempo imponendo obblighi analoghi a quelli dei cittadini europei. Abbiamo anche chiesto agli Stati Membri di fornire ai rifugiati un’opportunità per ricostruire la loro vita nei paesi ospitanti. Questo deve passare attraverso misure che prevedono necessariamente l’accesso all’educazione, la possibilità di frequentare corsi di lingua e corsi professionali.  Ma il principale strumento di integrazione è rappresentato dal lavoro. Chiediamo agli Stati Membri ad applicare correttamente l’articolo 15 della direttiva accoglienza e consentire di accedere al mercato del lavoro ai beneficiari di protezione internazionale.

Modifica della Blue Card.  – Ho avanzato una proposta di modifica della cosiddetta Blue Card per l’ingresso legale di lavoratori nell’Unione, ambiziosa e all’altezza dei bisogni identificati nel mercato del lavoro dei diversi Stati membri.

Protezione dei minori.  Dobbiamo garantire, con la proposta che ho avanzato in un capitolo specifico, la protezione dei minori alla luce degli ultimi dati pubblicati dall’UNHCR: a febbraio 2016 il 22% di arrivi in Grecia via mare è rappresentato da donne e il 40% di arrivi da bambini. Solo nelle prime nove settimane del 2016 settantasette bambini sono morti nel mediterraneo, secondo IOM e Unicef. Secondo gli ultimi dati Europol almeno 10 mila bambini non accompagnati sono scomparsi dopo essere giunti in Europa. Ho proposto anche l’accesso all’assistenza giuridica, ai sistemi sanitari, all’educazione e soprattutto abbiamo insistito sulla non detenzione dei minori.

Agire sulle cause profonde.  Serve una nuova strategia a lungo termine per agire su queste cause profonde, a partire da quei Paesi che sono teatro di violenze, guerre, conflitti e persecuzioni. Esistono già tanti strumenti di cooperazione internazionale che vanno meglio orientati e coordinati, con il pieno coinvolgimento di tutti gli attori internazionali.

3 ottobre, giorno della memoria.  Ho voluto l’inserimento della memoria, la data del 3 ottobre, data della tragedia di Lampedusa, come “Giorno della memoria” per tutte le donne, uomini e bambini che sono morti nel tentativo di lasciare il proprio Paese a seguito di persecuzioni conflitti e guerre, e per chi ogni giorno rischia la vita per salvarli.

larepubblica / Bruxelles – Europa, migranti: quell’idea comune di accoglienza e integrazione che ancora non c’è di CÉCILE KYENGE

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