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BRESCIA: Pinacoteca Tosio Martinengo, delizioso contenitore – VIDEO

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BRESCIA: Pinacoteca Tosio Martinengo, delizioso contenitore culturale

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anti sono i bresciani residenti che si recano in visita ai tesori della loro città, ma tanti sono i visitatori che affluiscono dalle province circostanti o i turisti che trovandosi in visita in città usufruiscono della gradita offerta.

La Pinacoteca Tosio Martinengo è una delle mete più gettonate di questo itinerario culturale agostano, mostrandosi nella sua forma elegante e raffinata, frutto di una sapiente ristrutturazione pluriennale conclusasi da pochi mesi. L’effetto complessivo è quello di un contenitore museale di provincia solido, ricercato e di classe. Il salotto culturale buono della città. Ed, in effetti, girando per le sale si trovano stucchi e velluti dosati con armonia, anche se i colori usati sono piuttosto decisi: si va dal rosso sangue al blu elettrico.

La visita comincia con i ritratti dei due mecenati benemeriti che con i loro lasciti di palazzi e opere d’arte hanno permesso la nascita dell’attuale pinacoteca: i conti Paolo Tosio e Leopardo Martinengo da Barco. Reso a loro un grato ringraziamento, la visita si snoda tra diverse sale e saloni variamenti arredati.

Si percorre un itinerario che si snoda gradatamente nei secoli della storia dell’arte italiana, partendo dall’arte gotica medievale e risalendo man mano nel tempo, attraverso il trecento con opere devozionali. Il Rinascimento ed i secoli successivi sono documentati adeguatamente. Si possono perfino ammirare due opere di Raffaello, nonché opere del Romanino, del Lotto, Moretto, Foppa. Certo il grosso delle opere esposte non sono capolavori conosciutissimi, come può capitare nei grandi musei, ma trattasi di opere di pregio rappresentative della loro epoca, che danno un quadro esaustivo dell’evolversi del gusto artistico e dei canoni estetici nel corso dei secoli.

Di interesse prettamente lombardo sono le opere del Cerutti, noto come il Pitocchetto, che raffigura con molto pathos il mondo degli umili, ritratti con grande penetrazione psicologica.

Atteggiamento, quello del Cerutti, che non si fa fatica a definire realismo ante litteram.

Tra quadri, tele e pale d’altari ci sono opere di oreficeria preziose, che spaziano dai reliquari, ostensori, medaglioni di fusione, piccoli oggetti in avorio scolpito, vasellame di varie epoche, spaziando da crateri greci attici per arrivare a vasellame di porcellana rinascimentale.

Le sale sono dotate di comodi sedili su cui poter sostare, per soffermarsi a contemplare particolari o a riposarsi letteralmente dopo tanto girovagare, di quadro inquadro, di sala in sala.

Anche il personale di custodia si intona all’atmosfera: presenti, attenti e garbati. Nessuno ne abbiamo colti col telefonino in mano a ciattare. E questo fa piacere e va doverosamente notato e segnalato come merito aggiunto.

E c’è da aggiungere che la ristrutturazione del complesso monumentale può dirsi ultimata per poco più della metà. Infatti, gli spazi espositivi attualmente fruibili sono quelli del piano nobile.

Restano ancora da sistemare il giardino storico annesso ed il piano terra.

Il giardino sarà riqualificato dal punto di vista botanico per essere usato anche come parco cittadino, indipendentemente dalla visita alla pinacoteca, ma con l’intento di allestirvi in futuro mostre di scultura en plain air. Nelle sale del pianterreno saranno allestite alcune sale per esposizioni temporanee e sarà ricavato inoltre un bistrot, aperto al pubblico, non solo dei visitatori.

Questa pinacoteca ha scelto per sé un ruolo di animatore culturale della città. Non si può che ben sperare e ben augurare a chi profonde risorse ed energie perché tutto questo duri e si inveri.

Carmelo TOSCANO

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