Brescia si prepara all’imminente “A Life: Lawrence Ferlinghetti. Beat Generation, ribellione, poesia”, mostra ispirata alla figura di Ferlinghetti, poeta, pittore, editore e agitatore culturale americano di origini bresciane. Dal 7 ottobre al 14 gennaio 2018 le sale del Museo di Santa Giulia racconteranno la vita di un uomo che ha vissuto intensamente gli anni della Beat Generation, quel movimento giovanile anticonformista nato nell’underground newyorkese. Ferlinghetti, autore di una delle raccolte di poesie più vendute al mondo A Coney Island of the Mind (1958), ha saputo raccontare il rifiuto del materialismo e la sacralità degli oppressi.
LA MOSTRA
La mostra vuole ripercorrere anche la carriera artistica di Ferlinghetti, iniziata nell’immediato dopo guerra durante un soggiorno a Parigi, dove frequenta gli ateliers livres e si esercita nel disegno, sviluppando un’incredibile passione per le arti figurative. In Santa Giulia si potrà ammirare infatti il prezioso olio su tela Deux del 1950, prima opera dipinta da Ferlinghetti, oltre a un’ampia selezione di disegni realizzati tra gli anni Cinquanta e Duemila, mai esposti in Italia.
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Ripercorrere la carriera di Ferlinghetti, come fa questa mostra – afferma il direttore di Brescia Musei Luigi Di Corato – dà modo di rendere omaggio all’intero movimento letterario, aprendo lo sguardo non solo sull’opera dei singoli autori ma più in generale sul fenomeno della Beat, che da New York a San Francisco, dalla costa est alla costa ovest, ha animato il panorama culturale underground americano degli anni Cinquanta e Sessanta”.
IL RAPPORTO CON L’ITALIA
Le ultime sale della mostra sono dedicate al rapporto di Ferlinghetti con l’Italia. Un rapporto nato solo a 20 anni, quando scopre dal proprio certificato di nascita di avere origini italiane. Infatti il padre Carlo Leopoldo, morto prima della sua nascita, aveva anglicizzato il proprio cognome in Ferling. Solo nel 1955 il poeta deciderà di firmarsi col suo cognome italiano. Da questo momento in poi Ferlinghetti cercherà di ritrovare quel legame perduto con l’Italia e in particolare con la città di nascita del padre, Brescia, riuscendo a individuare nel 2005 la casa da dove era partito giovanissimo per cercare fortuna in America.
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