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radizionale appuntamento per il mondo del lavoro per le vie del centro di Brescia, che con orgoglio festeggia la memoria delle lotte sostenute agli inizi del secolo scorso per la riduzione della giornata lavorativa.
Brescia, come città operaia, ha una lunga tradizione e ogni anno non dimentica. Anzi la partecipazione è sempre sentita e corale. Diverse migliaia di persone oggi hanno sfilato per le vie del centro, formando un lungo corteo aperto con solennità dalla banda cittadina che intonava l’Inno dei Lavoratori (ASCOLTA). E poi, ordinatamente, ogni raggruppamento, con i suoi labari, i suoi striscioni ed i suoi slogan. C’era il mondo e tutto il mondo composito ed articolato che, ognuno a suo modo, si riconosce nei valori del Lavoro, della sua valorizzazione come risorsa umana, della sua difesa come risorsa economica, del suo miglioramento per alleviare pericoli e sofferenze che ne possono derivare.
La nostra Costituzione all’art. 1, primo comma, afferma solennemente che “L’Italia è un Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Anche la nostra legge fondativa riconosce la sacralità del lavoro, cui tutti hanno diritto, con pari dignità, nei doveri ma anche nei diritti.
Quindi difenderlo perché sia esteso a tutti e perché tutti possano lavorare in sicurezza è più che sacrosanto.
Ed, infatti, oggi gli slogan e gli striscioni bresciani proprio a questi temi inneggiavano: sicurezza nei luoghi di lavoro e mantenimento dei livelli occupazionali. Oltre che investimenti per creare nuove occasioni di lavoro per i giovani, spesso disoccupati perché i “vecchi” restano a lungo occupati in ossequio alle norme della signora Fornero.
Le organizzazioni sindacali – negli interventi di Piazza Loggia – hanno sottolineato i temi della sicurezza, fornendo cifre da accapponare la pelle: 3-4 morti al giorno, cento morti al mese, 1.200 morti all’anno. Una tragedia silenziosa, ma uno stillicidio di morti continue, che lasciano lutti, dolore, disperazione. I sindacati insistono perché si investa in sicurezza e formazione, utilizzando i fondi ricavati dalle sanzioni comminate ai cantieri ed alle aziende multate per irregolarità normative o inadempienze.
Il mondo variegato e variopinto della Sinistra sfila ordinatamente nel corteo e poi va a tenere il suo comizio in Piazza del Mercato, dove vengono affrontate tematiche internazionalistiche che offrono chiavi di lettura della complessità di un mondo globalizzato.
È questo un grande segno di democrazia, dove ognuno da la sua lettura della realtà. Mentre sul web in queste ore si leggono commenti “infastiditi” di chi grida allo scandalo di una sinistra chiassosa e parolaia. C’è chi afferma, tra questi soloni informatici, che solo il “duce” oggi potrebbe mettere a posto l’Italia. Ovviamente! Basta sopprimere libertà di parola, di manifestazione. Con idona propaganda omologare tutti al pensiero unico ed il rebus è risolto. Lo può fare chiunque si trovi al governo ed abbia in spregio la Legge. Con il piccolo dettaglio che quel sistema non si chiamerebbe più democrazia. Ma con un altro nome che non vogliamo neanche nominare. Basta solo averlo evocato, per farci scegliere di restare nella nostra “variegata e variopinta” democrazia, con i suoi tempi, le sue garanzie e le sue…ritualità. Ce la caveremo anche stavolta, in cui sembra che la nave Italia si sia incagliata. Barra dritta ed avanti tutta. Il Comandante non è uno qualsiasi: è sul ponte di comando, vigile, attento e competente.
Carmelo Toscano
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