Non tutti i processi finiscono con la condanna degli imputati, alcuni terminano in bolle di sapone giudiziarie.Â
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guai per il neo eletto Sindaco di Messina, Cateno De Luca, sembrano non finire mai, basti ricordare che il De Luca e’ stato il primo deputato a Palazzo D’Orleans, ad essere messo agli arresti domiciliari, subito dopo essere stato eletto.
Ieri, il Gup di Messina lo ha rinviato a giudizio per il caso relativo alla Fenapi, la Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori, per una presunta evasione fiscale di 1 milione e 750 mila euro.
In questo processo che iniziera’ a breve, sono coinvolte altre 11 persone, che a vario titolo dovranno difendersi dai reati loro contestati.
Secondo i magistrati inquirenti, al termine della loro attivita’ investigativa, e’ stato individuato un indebito risparmio di imposta per l’importo sopra indicato, sia ai fini IVA, che sulle imposte dei redditi delle Societa’.
In questo procedimento giudiziario che si era aperto nei mesi scorsi presso il Tribunale di Messina, il Gup ha disposto il non luogo a procedere, facendo cadere l’accusa di associazione a delinquere, sia per il De Luca, che per alcuni imputati.
Se questa seconda e ben piu’ grave accusa, non fosse stata rimossa, avrebbe comportato altri capi d’accusa, molto piu’ gravi della presunta frode fiscale.
Ora bisognera’ aspettare i 3 gradi di giudizio, tranne che il De Luca, unitamente agli altri imputati non venga assolto in 1° grado: in questo caso, il processo potrebbe finire come tanti altri, in una bolla di sapone.
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