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Castellammare di Stabia

Bimba italiana discriminata dagli stranieri

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Una mamma di Modena decide di far cambiare scuola alla figlia. Il motivo? In classe (seconda elementare) sono tutti stranieri, lei è l’unica italiana e per questo sarebbe stata pesantemente discriminata.

In classe tutti stranieri tranne un’allieva. “Mia figlia discriminata, cambio scuola”

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ODENA – «Con mia figlia non ci giocava e non ci stava nessuno, le ho fatto cambiare scuola». La madre della sola bambina italiana contro diciotto stranieri, d’origine o tout court, di una seconda elementare di Modena, ha ritirato la figlia iscrivendola alla seconda elementare in un altro istituto.

I motivi sono spiegati da Rosaria Piccinno, mamma della piccola, che ieri si è presentata nella nuova elementare dopo aver abbandonato la sua classe originaria e i compagni che la lasciavano da parte: «Mia figlia li ha sempre invitati a casa a fare i compiti, ma loro non sono mai venuti, e alle feste che facevano gli altri non veniva mai chiamata. Durante la ricreazione gli altri gruppi etnici della classe si mettevano insieme senza considerarla, perché era diversa da loro».

Un caso di discriminazione al contrario, secondo la ricostruzione della donna, che sostiene come alla base del rifiuto della figlia, oltre al profilo socio-culturale, ci sarebbe anche il fatto che la bimba sia cattolica, anche se non ricorda riferimenti espliciti nei racconti della piccola. Una vicenda spinosa, complicata da episodi di bullismo: «Una volta una bimba è stata spinta per le scale, in un’altra occasione sono stati tagliati i capelli con le forbici a una bambina. È una classe molto difficile», aggiunge la madre.

Il quartiere dove ha sede la scuola primaria Cittadella, teatro della vicenda, ospita una parte consistente di immigrati di prima e seconda generazione, normale dunque che la composizione etnica delle classi esprima la stessa presenza, anche se qui sembra si sia andati un po’ oltre, pure per cause contingenti: «L’anno scorso, in prima, all’inizio c’erano cinque italiani che via via sono stati ritirati dai genitori perché c’erano troppi extracomunitari. Quest’anno ho chiesto di incontrare la preside e poi ho segnalato la situazione della classe al Comune e al provveditorato, finché, non avendo avuto ascolto, mi sono rivolta al giornale Il Resto del Carlino e la cosa è diventata pubblica».

Qui sarebbero pure partite le minacce da parte di alcuni genitori dei bambini stranieri, che però, precisa la preside della primaria Cittadella, Silvia Zetta, proprio stranieri non sono: «La metà di loro è nata in Italia, e comunque i giusti criteri di formazione delle classi sono stati seguiti rigorosamente. Poi, per pura casualità, due alunni italiani hanno lasciato la classe e si è creata questa composizione. La bambina peraltro ha seguito il suo percorso e le insegnanti non mi hanno segnalato anomalie. Sono comunque dell’idea che una scuola pubblica debba garantire la possibilità di raggiungere il successo scolastico a tutti i ragazzi».

Rosaria Piccinno però riporta un altro episodio spiacevole: «La madre marocchina di una compagna ha istigato sua figlia a minacciare la mia, e lei si è messa a piangere». Intanto, l’approdo della bambina nella nuova scuola è avvenuto nel migliore dei modi e la madre ci tiene a sottolineare che crede in una scuola che mescoli bimbi di ogni provenienza: «Nella nuova elementare ho scelto che mia figlia venisse iscritta in una classe dove la metà degli alunni sono stranieri. Io chiedevo solo una situazione più equilibrata, di certo non una soluzione con soli italiani, ma neanche le condizioni opposte che si erano venute a creare. Ora mia figlia si trova benissimo, mentre prima non riusciva a giocare con nessuno. Ha subito fatto amicizia con due bambine e si sono già messe d’accordo per una festa».

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