Come sostiene Marc Augè nel suo celebre Éloge de la bicyclette , “ è impossibile parlare del bello della bicicletta senza parlare di sé. La bicicletta fa parte della storia di ognuno di noi.
Il momento in cui impariamo ad andare in bici appartiene ai ricordi speciali dell’infanzia e dell’adolescenza. È così che abbiamo scoperto un po’ del nostro corpo, delle nostre capacità fisiche, e abbiamo sperimentato la libertà legata a queste scoperte…il legame che unisce il ciclista alla sua bicicletta è, letteralmente, legame d’amore e riconoscenza, che il tempo non consuma, ma rinforza, se poi la vita li separa, in forma di ricordo o nostalgia…”.
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Quanto sono vere queste parole e soprattutto quanto ci fanno comprendere l’importanza della bicicletta e della sua vera essenza!
Chiedersi che significato abbia questo straordinario mezzo di locomozione nella propria quotidianità, nel proprio passato e nel futuro, è la premessa fondamentale per comprendere le possibili sfumature di questo strumento e dunque i relativi sviluppi.
Ogni volta che saliamo in sella ad una bicicletta, infatti, abbiamo una reminiscenza di quello che è stato. La prima volta è un vero rito, un richiamo alla nostra infanzia che rimane incessantemente valido.
Il ricordo che conserviamo è collegato all’ebbrezza dell’equilibrio su due ruote in fila indiana, ad una sorta di magia che si manifesta in quel momento e si ripresenta ogni qualvolta scatti l’equilibrio tra uomo e bicicletta.
Un telaio praticamente vuoto che sta in piedi grazie al vento è di per sé un richiamo alla meraviglia e il ricordo che ne serbiamo è sempre straordinario.
A tutti gli effetti in quell’istante apprendiamo di essere capaci di un equilibrio diverso dal consueto senso che ci permette di riconoscere e organizzare il movimento del corpo rispetto alla forza di gravità.
Storia del primo veicolo a due ruote
L’origine della prima bicicletta, ovvero del primo veicolo a due ruote, è da attribuirsi al barone Karl Drais, un impiegato statale del Granducato di Baden in Germania. Karl Drais inventò la sua “Laufmachine” (macchina da corsa) nel 1817, che fu chiamata dalla stampa Draisine (in Italia: draisina); in precedenza esisteva il velocipede composto da due ruote e un pezzo di legno. Il maggiore miglioramento della draisina fu l’aggiunta dello sterzo.
Nel corso del XX secolo si diceva che la bicicletta fosse nata in Francia nel 1791, anno in cui Mède de Sivrac progettò e costruì il suo “celerifero”.
Nel 1861 Ernest Michaux montò su una draisina i primi pedali, fissandoli al perno della ruota anteriore.
Il termine bicicletta nacque, dunque, in Francia verso la fine degli anni 1860 e rimpiazzò il termine velocipede dal modello della “High Bicycle” in poi.
Nel 1884 John K. Starley realizzò a Coventry la prima Safety Bicycle (“bicicletta di sicurezza”), denominata “Rover” e destinata a ottenere un enorme successo commerciale: antesignana delle moderne biciclette, aveva ruote di dimensioni uguali e trasmissione a catena sulla ruota posteriore.
In seguito, ci furono altri progressi tecnologici.
Nel 1888 Dunlop montò su un triciclo il primo pneumatico a camera d’aria.
Nei primi anni del Novecento ci fu lo sviluppo delle prime competizioni sportive, come il Tour de France (1903) e nel 1909 il primo Giro d’Italia.
Viaggiare in bicicletta: connubio perfetto tra comodità e velocità, salute e divertimento
Ebbene sì! Viaggiare in bicicletta costituisce un connubio perfetto tra comodità e velocità, salute e benessere. Perché?
Nel mondo contemporaneo in cui l’inquinamento acustico e atmosferico fanno da cornice alla nostra vita quotidiana, scegliere la bicicletta come mezzo di locomozione presenta numerosi vantaggi. La bici è, infatti, un mezzo polivalente, ecologico, economico, comodo e salutare.
È perfetta per muoversi in città, per andare al lavoro, per tenersi in forma, per rilassarsi, per esplorare i paesaggi e fare viaggi ecologici e a contatto con la natura.
La bicicletta, a differenza dell’automobile, non ha costi aggiuntivi o tasse da pagare. Niente bollo, assicurazione, carburante e pochissima manutenzione.
L’altro aspetto da considerare è quello relativo alla salute e al divertimento!
Sappiamo bene, infatti, che, pedalare anche pochi minuti al giorno, migliorerà notevolmente la nostra salute e renderà muscoli, cuore e polmoni più forti ed efficienti contribuendo a prevenire malattie e problemi cardiaci. Al di là della fatica che la pedalata richiede, sarà senz’altro piacevole e soddisfacente prestare attenzione ai paesaggi e ai suoni che altri mezzi di locomozione in genere tendono a celare.
Bambini in bicicletta ma anche adulti per lo sport: la scelta giusta per ogni età.
Da sempre sappiamo tutti quanto la bicicletta abbia rappresentato uno strumento di attrazione ed il suggerimento del regalo maggiormente gradito dai più piccoli.
Oggi ancor di più, i bambini in bicicletta costituiscono l’esempio della scelta giusta per il loro sviluppo fisico, mentale e sociale.
La bicicletta aiuta i bambini a interagire e socializzare con altri bambini che condividono la loro passione. Andare in bicicletta può essere un’attività di gruppo divertente che incoraggia la cooperazione, la comunicazione e la creatività.
Tra i benefici di chi ama pedalare vi sono infatti: il miglioramento della salute fisica attraverso l’aumento della capacità polmonare, il potenziamento della circolazione sanguigna e lo sviluppo dei muscoli e delle ossa. Basti pensare ai campionati mondiali di mountain bike nei quali è importante allenarsi così come è importante scegliere il modello di Mountain Bike più appropriato.
Tornando ai bambini, l’uso della bicicletta può determinare il miglioramento dell’equilibrio e della coordinazione; l’incremento dell’autostima e della fiducia dei piccoli in loro stessi; la socializzazione e lo sviluppo delle abilità sociali; il rispetto per l’ambiente e l’ecosostenibilità.
Il World Bicycle Day
Anche al World Bicycle Day (il 3 giugno del 2021), la giornata mondiale dedicata alla bicicletta, le Nazioni Unite hanno ribadito che usare la bicicletta è un investimento in salute e in tutela dell’ambiente, con molti benefici sia individuali sia collettivi. Purtroppo, diverse città, anche in Italia, continuano a svilupparsi dando priorità alle auto. Il nostro non è ancora un paese per ciclisti.
Partendo dai più piccoli forse riusciremo a diventarlo! Ce lo auguriamo tutti.