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Bibbiano dopo l’inchiesta Angeli e demoni sui presunti affidi illeciti

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Bibbiano – Vicende, capi di imputazione e ricordi alterati dei bimbi sottratti alle famiglie. Breve riassunto del caso giudiziario al centro della polemica politica.

Bibbiano dopo l’inchiesta Angeli e demoni sui presunti affidi illeciti

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roviamo a tratteggiare, partendo dall’inizio, la storia dei bimbi di Bibbiano dopo l’inchiesta «Angeli e demoni» sui presunti affidi illeciti di minori seguendo il filo delle vicende, i capi di imputazione ed i ricordi alterati dei bimbi sottratti alle famiglie.

E’ la mattina del 27 giugno scorso quando i carabinieri di Reggio Emilia, che indagano su presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato la gestione di minori in affido nel comune di Bibbiano , eseguono una serie di misure cautelari nell’ipotesi che ci sia un’organizzazione che, nel manipolare le testimonianze di bambini, sottragga i piccoli a famiglie in difficoltà per assegnarli, dietro pagamento , ad amici o conoscenti ritenuti ufficialmente più idonei.

A capo della la struttura c’era una onlus di Moncalieri chiamata “Hansel e Gretel”: un centro privato specializzato in abusi su minori gestito dallo psicoterapeuta Claudio Foti e da sua moglie Nadia Bolognini. Foti è stato scarcerato il 18 luglio, ma con obbligo di dimora a Pinerolo. Sia lui che sua moglie sono ancora indagati.

Ai domiciliari finiscono anche una responsabile del Servizio sociale integrato di una Unione di Comuni, una coordinatrice del medesimo servizio, una assistente sociale e due psicoterapeuti della onlus «Hansel e Gretel», Claudio Foti e la moglie. L’inchiesta era cominciata l’anno prima a seguito di una anomala escalation di denunce alla magistratura da parte dei servizi sociali coinvolti che avevano segnalato casi di abusi sessuali e violenze a danni di minori commessi da parte dei genitori.

Prima di procedere oltre chiariamo subito che, su questo specifico caso, sono piovute, sin da subito, imprecisioni e fake news. E con quanto segue noi proviamo a mettere ordine nelle cose e nei fatti.

Intanto segnaliamo che le indagini confermano che il pagamento delle prestazioni psicoterapeutiche avveniva in assenza di procedura d’appalto dal momento che, gli affidatari, venivano incaricati dai servizi sociali di accompagnare i bambini alle sedute private di psicoterapia e di pagare le relative fatture a proprio nome.

Poi risulta confermato anche che, mensilmente, gli affidatari ricevevano rimborsi sotto una simulata causale di pagamento, falsando così i bilanci dell’Unione dei Comuni coinvolti.

Falsa, invece, è risultata la notizia sull’uso di elettroshock.
In realtà non c’era nessuna macchina per l’elettroshock cui sarebbero stati sottoposto alcuni bambini, secondo alcune testate giornalistiche, ma solo uno strumento usato in psicoterapia per mandare ai pazienti stimoli acustici e tattili.

Nell’inchiesta, infatti, non si parla mai di elettroshock, ma di una «macchinetta dei ricordi», utilizzata «senza l’ok della famiglia» dalla psicoterapeuta Bolognini e da lei descritta come una «cosa magica» che serviva «ad ascoltare i racconti sulle cose brutte subite da bambina».

Gli investigatori hanno portato alla luce anche innocenti disegni dei bambini che venivano falsificati, attraverso la mirata «aggiunta» di dettagli a carattere sessuale; le loro abitazioni erano descritte falsamente come fatiscenti e gli stati emotivi dei piccoli indicati nelle relazioni non erano corrispondenti al vero.

Nel frattempo quattro dei sette bambini coinvolti nella vicenda degli affidi illeciti sono tornati a vivere con i genitori naturali. Il Tribunale dei minori di Bologna, che sta esaminando tutti i casi al centro dell’indagine, ha infatti deciso il loro ricongiungimento con le famiglie.

La decisione del tribunale per i Minorenni di Bologna a quanto si apprende, non è recentissima ed è emersa nelle verifiche e nei controlli avviati dagli uffici giudiziari minorili su segnalazione della Procura reggiana di anomalie e illeciti da parte dei servizi sociali della Val d’Enza.

In parallelo, il tribunale del Riesame ha revocato i domiciliari per Foti e ne dispone l’obbligo di dimora per la mancanza dei «gravi indizi di colpevolezza».

CHIARAMENTE Salvini non poteva lasciarsi sfuggire quest’altra occasione per blaterale senza, in realtà, nulla fare, o dover fare, e quindi non solo è subito saltato in groppa al nuovo “cavallo mediatico” che passava, ma è proprio corso sul posto per essere più a favore di telecamere, TG ed altre medialità utili per dire:

“Entro i primi di agosto verrà approvata la proposta della Lega sulla commissione d’inchiesta delle Case famiglia. Se qualcuno ha sbagliato sulla pelle di un bambino per me deve pagare doppio.
Andremo fino in fondo, non solo sui 10mila bambini portati via alle famiglie in Emilia-Romagna, ma in tutta Italia. E’ una vergogna che ci sia chi fa business persino sulla pelle dei bambini.
Invito chiunque sia a conoscenza di altri abusi, ovunque in Italia, di segnalarli al ministero dell’Interno, se vuole anche dietro anonimato e faremo tutte le verifiche del caso.
Non avrò pace finchè l’ultimo bambino sottratto ingiustamente alla propria famigluia non tornerà a casa da mamma e papà”.

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