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ERLINO – Le porte del Festival si sono aperte per dare spazio ai 400 film provenienti da tutto il mondo divisi in 9 sezioni e circa 30 cinema coinvolti in tutta la città.
In corsa per l’ambito Orso d’Oro solo 17 film su 23 in selezione ufficiale. Tra i grandi assenti ci sono i film Made in USA. Gli unici (off competition) dagli Stati Uniti sono Vice con l’istrionico e in odore di Oscar Christian Bale e il documentario in prima mondiale Amazing Grace di Alan Elliott su Aretha Franklin.
Per il resto il concorso “parla” europeo (11 titoli che spaziano fra Austria, Danimarca, Francia, tre dalla Germania, Italia, Macedonia, Norvegia, Polonia, Spagna), asiatico (3 titoli di cui 2 dalla Cina e uno dalla Mongolia) e mediorientale (2 titoli, uno da Israele e uno dalla Turchia) e soprattutto “al femminile”.
L’Italia a Berlino ha ben cinque rappresentanti. Dall’omonimo bestseller di Roberto Saviano (che sarà a Berlino in qualità di co-sceneggiatore) La paranza dei bambini diretto da Claudio Giovannesi. Quasi un controcampo a “La paranza” è il documentario Selfie di Agostino Ferrente: girato interamente con dei selfie da due ragazzi del rione Traiano di Napoli; Dafne del fiorentino Federico Bondi porta a Berlino la travolgente protagonista Carolina Raspanti nei panni di una giovane donna affetta da sindrome di Down, l’esordiente Michela Occhipinti porta Il corpo della sposa – Flesh Out, frutto di un viaggio fino nel deserto del Mauritania per scoprire la storia di Verida, una ragazza destinata a nozze combinate che deve sottoporsi al “gavage” per ingrassare e diventare così degna del suo futuro marito. Infine il documentario sulle “dinamiche di genere” Normal diretto da Adele Tulli.
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