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sa, Gran Bretagna e Francia hanno preso di mira, in Siria, tre siti per la produzione e lo stoccaggio di armi chimiche. Trump: “Missione compiuta”. Mosca indignata e minaccia: “ci saranno conseguenze”. La reazione delle altre nazioni e in Italia
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, esulta per l’attacco missilistico in Siria lanciato questa notte dagli Usa, affiancata da Francia e Regno Unito, durante il quale sono stati centrati i tre obiettivi come detto dal generale Usa, Kenneth McKenzie, nel corso di un briefing al Pentagono che ci ha tenuto a precisare anche che si trattava di infrastrutture di ricerca, produzione e stoccaggio.
Per avere maggiori informazioni sull’operazione bisogna rifarsi alle dichiarazioni fatte, come su accennato, dal generale Usa, Kenneth McKenzie, che esordisce con un: “E’ stata un’operazione precisa e senza difetti” passando poi a maggiormente dettagliare l’operazione rendendo noto che, sul primo obiettivo, nell’area di Damasco, sono stati scagliati 76 missili Cruise, che hanno distrutto l’obiettivo, insieme ad altri tre edifici; sul secondo obiettivo, a Homs, sono finiti 8 missili americani e altri francesi e britannici. Altrettanti ne sono piovuti sul terzo, ancora a Homs ma, aggiunto, non possiamo escludere che “ci possano essere altri siti di produzione: il sistema di armi chimiche siriano è più grande di quello bombardato, continuiamo a monitorarlo.”
“Sicuramente – ha concluso il generale Usa Kenneth McKenzie – abbiamo inferto un duro colpo”.
Per la Francia parla il presidente francese, Emmanuel Macron che, in un tweet, ha affermato:
“La linea rossa fissata dalla Francia nel maggio del 2017 è stata superata. Quindi ho ordinato alle forze armate francesi di intervenire questa notte, nell’ambito di un’operazione internazionale congiunta con gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito e diretta contro arsenali chimici clandestini del regime siriano”
Emmanuel Macron
@EmmanuelMacron
Dozens of men, women and children were massacred using chemical weapons in Douma on Saturday, 7 April.
The red line has been crossed.
I have therefore ordered the French armed forces to intervene.elysee.fr/communiques-de…
05:23 – 14 apr 2018
Sempre per la Francia, ha parlato anche il ministro Jean-Yves Le Drian che, in una conferenza stampa all’Eliseo, ha detto:
“Un piano per uscire dalla crisi deve essere trovato, con una soluzione politica. Siamo pronti a iniziare a lavorare in questo momento con tutti i Paesi che vogliono partecipare”
Per la Gran Bretagna ha parlato la premier britannica Theresa May che ha precisato:
“Si tratta di un attacco limitato e mirato che non vuole far aumentare le tensioni nella regione e che fa il possibile per scongiurare la morte di civili” aggiungendo poi che, scopo del raid, era anche il mandare “un messaggio chiaro a chiunque altro pensi di poter usare armi chimiche con impunita’”.
Questa “l’euforia” americana ed il pensiero francese ed inglese, ma come hanno reagito le altre nazioni del mondo e, infine, la politica italiana all’attacco contro la Siria?
RUSSIA
Rabbia del Cremlino che, tramite il ministero degli Esteri, ha dichiarato che l’attacco “è una violazione del diritto internazionale e un attacco alla sovranità siriana” e lo fa anche su Facebbok dove, la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca,Maria Zakharova,praticamente da del “cretini” a Usa, Francia e Inghilterra scrivendo:
“Bisogna essere davvero eccezionali per colpire la capitale della Siria proprio nel momento in cui si è guadagnata una possibilità di avere un futuro pacifico”
Sempre su Facebbok, l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha avvertito che “ci saranno conseguenze” e ha accusato l’Occidente di aver delineato “uno scenario prestabilito”.
CINA
La Cina esprime “ferma opposizione” all’uso della forza nelle relazioni internazionali.
Ad affermarlo è stato il Ministero degli Esteri di Pechino che ha sottolineato l’importanza di “rispettare la sovranità, l’indipendenza e l‘integrità territoriale di tutti i Paesi” e che “ogni azione militare unilaterale è contraria ai principi e alle norme internazionali”.
IRAN.
l’Iran che, per mezzo del suo Ministro degli esteri, ha subito bollato l’operazione dichiarando:
“Questa è una palese violazione delle leggi internazionali che ignora la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Siria”.
“Indubbiamente gli Stati Uniti e i suoi alleati che hanno agito contro la Siria senza alcuna prova certa sulle presunte attività chimiche e prima del responso dell’Opac sono responsabili delle conseguenze regionali e mondiali di questo attacco”.
ISRAELE
L’attacco in Siria è “giustificato” ha affermato un funzionario di Israele che ha voluto restare anonimo. “Il presidente Trump aveva chiaramente detto che l’uso di armi chimiche avevano superato la linea rossa. Oggi Usa-Francia e Gb hanno rafforzato quella linea”.
HEZBOLLAH
Il movimento sciita libanese Hezbollah, che ha avuto un ruolo fondamentale nel sostenere militarmente il regime di Damasco, ha condannato con forza la pioggia di missili sulla Siria e ha detto comunque che “la guerra americana contro la Siria e contro i popoli della regione e il movimento di resistenza non raggiungerà i suoi obiettivi”.
In conclusione vediamo le solite reazioni italiane cariche di se, di ma e di distingui pelosi.
GOVERNO
Per il Governo italiano parla il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Gentiloni che afferma:
“Quella di stanotte è stata un’azione circoscritta, mirata a colpire le capacità di fabbricazione o diffusione delle armi chimiche, non può e non deve essere l’inizio di una escalation, l’Italia lo ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a farlo”.
Gentiloni ha fatto poi sapere che si è sentito, al telefono, anche con May e che entrambi sottolineano il carattere limitato della azione militare intrapresa, il no ad una escalation e il comune impegno contro l’utilizzo delle armi chimiche.
M5S
Per i pentastellati si esprime Di Maio che, su Facebook, scrive:
“Siamo preoccupati per quel che sta accadendo e riteniamo che in Siria occorra accelerare con urgenza il lavoro della diplomazia, incrementando i canali si assistenza umanitaria”
“L’uso di armi chimiche è intollerabile ma mi auguro che l’attacco di oggi resti un’azione limitata e circoscritta e non rappresenti invece l’inizio di una nuova escalation. Restiamo al fianco dei nostri alleati, soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l’Ue debba avere la forza di farsi vedere compatta e unita, anche nell’invitare le Nazioni Unite a compiere ispezioni sul terreno in Siria affinché si accertino le responsabilità sull’uso di armi chimiche da parte di Assad.”
Si fa sentire anche il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico informando che:
“Vista la situazione in Siria è importante che il Parlamento venga informato quanto prima. Su questo c’è la disponibilità del Governo. Comunicheremo appena possibile quando l’Esecutivo verrà a riferire in Aula”
LEGA
Per la Lega parla Matteo Salvini che così si è espresso:
“Apprezzo l’operato di Gentiloni degli scorsi giorni e di queste ore: il suo equilibrio e la sua misura”
“Penso che l’intervento di stanotte sia pericolosissimo mi auguro che sia l’ultimo: non a caso Germania e Italia che fanno parte della stessa Alleanza non hanno neanche messo a disposizione le basi da cui partire per sganciare i missili”.
Occorre, ha concluso, “mettere intorno a un tavolo Russia e Stati Uniti per risolvere con il dialogo e non con le minacce”.
FORZA ITALIA
A parlare, chiaramente, è Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, che afferma:
“Attacchi di questo genere dovrebbero essere decisi dalle Nazioni Unite”
“Il problema della Siria è molto grave. La sede che se ne deve occupare è quella delle Nazioni Unite. Noi non abbiamo oggi un governo che fa contare l’Italia né in Europa né nel mondo. Quindi, non possiamo fare niente”.
PARTITO DEMOCRATICO
Per il Partito Democratico si esprime il segretario reggente del Pd Maurizio Martina che, in un passaggio del suo intervento all’assemblea lombarda del partito, fa sapere:
“Alcuni che hanno commentato l’intervento di queste ore, lo hanno fatto con grande superficialità, penso a Salvini in primis. Riflettano sulle responsabilità che ha la comunità internazionale di fronte a questi fatti drammatici”.
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