span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 12pt;">Non si attenua la crisi che sta vivendo l’artigianato. Secondo un’indagine dell’ufficio studi della Cgia nell’ultimo anno le imprese attive sono diminuite di 21.780 unità , mentre dall’inizio della crisi (2009), il numero complessivo è crollato di 116 mila attività . Crisi e nuove tecnologie fanno scomparire i mestieri. Le ragioni di questa diminuzione, spiega la CGIA, sono dovute alla caduta dei consumi delle famiglie e la loro lenta ripresa, l’aumento della pressione fiscale e l’esplosione del costo degli affitti che hanno spinto fuori mercato molte attività , senza contare che l’avvento delle nuove tecnologie e delle produzioni in serie hanno relegato in posizioni di marginalità molte professioni caratterizzate da un’elevata, capacità manuale. Tra il 2009 e il 2015, le professioni che hanno subito la riduzione del numero di iscritti più importanti, sono stati i piccoli armatori ( -35,5%), i magliai (-33,1%), i produttori di poltrone e divani (-28,4%), mentre i barbieri, i calzolai, i fabbri, i fotografi sono in via di estinzione, con queste chiusure oltre a perdere i saperi e conoscenze che non recupereremo mai più, peggiorerà anche il volto urbano dei nostri paesi e delle nostre città .
Fabio D’Amora
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