Dal primo dicembre sarà possibile fare domanda per il Rei, «Reddito di inclusione», un beneficio che in prima battuta riguarderà le famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e gli over 55 disoccupati. La misura riguarderà per ora cinquecentomila famiglie per un totale di 1,8 milioni di persone e avrà un tetto di 485 euro al mese – 5.800 l’anno – nel caso di famiglie in difficoltà con almeno cinque componenti. Alessandro Barbera spiega chi ne ha diritto e come poterne fare richiesta.
Al via il reddito d’inclusione. Varrà fino a 485 euro al mese
Sarà rivolto alle famiglie con particolari condizioni di disagio
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l Reddito di inclusione non ha nulla a che vedere con il reddito di cittadinanza che il Movimento Cinque Stelle vorrebbe concedere ad una platea molto più grande. La proposta di dettaglio depositata in Parlamento arriverebbe a concedere fino a 780 euro a persona. Se però i componenti della famiglia sono sette, il massimo erogabile in un anno è di 37.440 euro. Se si moltiplica questa somma per il numero di famiglie povere si possono apprezzare le conseguenze sui conti pubblici: secondo alcune stime l’operazione costerebbe circa 20 miliardi di euro l’anno, un po’ meno dell’intera manovra lorda per il 2018. Il Rei oggi vale 1,7 miliardi di euro, destinati a crescere ad almeno due miliardi negli anni a venire.
Requisiti per l’accesso
Per poter accedere al Reddito di inclusione è necessario avere determinati requisiti e aderire a un progetto di inclusione lavorativa. La misura viene riconosciuta a nuclei con un Isee non superiore a seimila euro e un valore patrimoniale (diverso però dall’abitazione) non superiore ai 20 mila euro. È inoltre necessario risiedere in via continuativa in Italia da almeno due anni, e possono richiederlo cittadini europei o extra Ue con permesso di lungo soggiorno. Le domande potranno essere presentate da inizio dicembre ai Comuni, che invieranno le informazioni all’Inps entro 15 giorni. Una volta controllati i requisiti, l’istituto di previdenza potrà o meno riconoscere il diritto al reddito.
Tetto massimo
Il beneficio previsto dal Rei può arrivare al massimo a 187,5 euro per una persona sola, mentre per le famiglie il limite è di 485 euro nel caso di nuclei con cinque o più persone. Il reddito di inclusione inoltre può durare al massimo 18 mesi ed è necessario che trascorrano almeno sei mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo chiedere per una seconda volta.
Chi avrà diritto al beneficio riceverà una carta di pagamento delle Poste – la Carta Rei – simile ad una prepagata su cui viene caricata l’intera somma. Potrà essere usata anche per fare prelievi in contante, ma solo per la metà dell’importo: una novità quest’ultima, visto che finora era previsto l’uso solo per acquisti in supermercati o farmacie.
Le famiglie coinvolte
Secondo le prime stime, le famiglie coinvolte saranno 500 mila per circa 1,8 milioni di persone in tutto. Da luglio invece la misura diventa universale, senza dunque i paletti sui minori, gli over 55 o le donne incinta, raggiungendo di conseguenza i 700 mila nuclei e i 2,3 milioni di cittadini coinvolti. Il progetto non prevede soltanto un contributo economico. Per evitare l’accusa di assistenzialismo, è stato introdotto per i beneficiari l’obbligo di seguire dei progetti personalizzati, per superare la condizioni di povertà e tentare di reinserire nella società e nel mondo del lavoro i più poveri. Il beneficio verrà dimezzato o anche sospeso se i componenti della famiglia sostenuta dal Rei non si presentano alle convocazioni nei Comuni di residenza.
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