I Carabinieri della Compagnia di Acireale (CT) hanno arrestato un 60enne per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Agata Scuto, la giovane scomparsa di casa il 4 giugno del 2012, il cui corpo non è stato mai trovato. Nei confronti dell’uomo è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania su richiesta della locale Procura.
L
E INDAGINI
Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del 60enne in ragione: sia del rapporto particolare che aveva instaurato nell’ultimo periodo con la ragazza, che non usciva mai di casa da sola, né intratteneva rapporti con altre persone; sia per le false notizie fornite agli inquirenti circa i suoi spostamenti il giorno della scomparsa di Agata. In particolare, secondo gli investigatori, l’indagato avrebbe cercato di inquinare le prove anche ottenendo da conoscenti la conferma del suo falso alibi.
Agata Scuto era affetta da disabilità, usciva di rado dalla sua abitazione. Inizialmente la madre raccontò di averla lasciata a casa da sola e di essere andata con l’altro figlio dalla nonna. Ma al suo ritorno disse di non averla più trovata. Così il fratello di Agata qualche giorno dopo denunciò la scomparsa della sorella ai Carabinieri. Dopo aver sporto denuncia di scomparsa, la madre Mirella la ritirò. La donna ha spiegato il motivo qualche mese fa ai microfoni di “Chi l’ha visto?”, quando l’inviato del programma di Rai3 ha bussato alla porta di casa per far luce sul caso. Secondo il racconto della donna, Rosario, il suo, oggi ex compagno, le avrebbe detto all’epoca di aver visto la giovane in giro aver visto più volte la giovane in compagnia di un fidanzato biondo, prima in motorino e poi in macchina.
Si ipotizzò, quindi, che il suo fosse un allontanamento volontario. Alcuni anni dopo la scomparsa era stato indagato l’allora convivente della madre che aveva avuto il sospetto che la figlia disabile avesse intrattenuto con il patrigno una relazione e che la vittima potesse essere rimasta incinta.
Una versione che aveva fatto scattare le indagini dei militari dell’Arma, anche perché la vittima era una ragazza fragile che, a causa della sua disabilità cognitiva e fisica, percepiva anche una pensione. Dal momento della sua scomparsa non sono risultati, però, prelievi di denaro, mentre il sussidio è stato ritirato, puntualmente, dai familiari. Nel corso delle indagini dei Carabinieri era stato sequestrato un pezzo di metallo sporco di sangue dal quale potrebbe essere stato isolato il Dna dell’assassino.
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