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a Juve Stabia, cha si è congedata dal suo pubblico per la pausa invernale, ha dato la sensazione di essersi ripresa ormai definitivamente dopo il leggero appannamento di alcune settimane fa. La sensazione, che di settimana in settimana sta diventando certezza, è che la svolta nella stagione dei gialloblù sia arrivata con la rivoluzione tattica voluta da Caserta e Ferrara.
Dopo un precampionato incentrato interamente sul 4-3-3, e le prime partite della stagione condite da un assaggio di 3-5-2, gli allenatori delle Vespe hanno tirato fuori a sorpresa dal proprio cilindro una veste tattica nuova per la squadra gialloblù.
Si è passati così al 4-2-3-1. Quella che doveva essere una soluzione momentanea, dettata principalmente dal problema muscolare accusato da Paponi nella gara contro il Rende, è diventata la principale certezza dei gialloblù. Se già alcune settimane fa avevamo sottolineato come il reparto d’attacco fosse quello maggiormente rigenerato dal nuovo modulo, va rilevato come la svolta nei numeri si basi principalmente su un reparto: il centrocampo.
Con i tre trequartisti alle spalle della punta centrale è, infatti, facile cadere nel disequilibrio tattico, con una squadra fortemente a trazione anteriore. Nulla di tutto questo è accaduto alla Juve Stabia, grazie soprattutto ai suoi centrocampisti: Luigi Viola ed Alessandro Mastalli.
Mastalli non lo scopriamo certo ora. Il golden boy scuola Milan sta confermando quanto fatto vedere nella scorsa stagione (per cui è stato anche premiato come miglior esordiente in Lega Pro), proseguendo in un percorso di crescita che è sotto gli occhi di tutti. I miglioramenti del 24 gialloblù si ravvisano in primis nella personalità: l’anno di apprendistato tra i professionisti ha lasciato in Alessandro consapevolezza dei propri mezzi; consapevolezza accentuata dal ruolo di vicecapitano, e soprattutto leader, riconosciutigli da staff e squadra, e dal forte legame sentimentale consolidatosi con la piazza stabiese. Ai suoi consueti inserimenti, emblema della sua intelligenza tattica, Mastalli ha aggiunto tanto lavoro “sporco”, a volte poco visibile, ma fondamentale per le sorti della Juve Stabia.
Al suo fianco si è ritagliato un ruolo da protagonista Luigi Viola. Già in tempi non sospetti, poco dopo l’ufficializzazione del suo arrivo, ci eravamo sbilanciati sulla bontà dell’acquisto messo a segno dalla dirigenza gialloblù. La prima di campionato ad Andria, traumatica, con conseguente espulsione e tre turni di stop, non ha intaccato la centralità di Viola nel progetto tattico di Caserta. Sembra essere proprio il centrocampista dai lunghi riccioli (che ricordano proprio quelli che aveva il suo attuale allenatore da giovane) la proiezione in campo delle idee di Caserta. A colpire del 15 stabiese è la totalità del suo gioco; da regista puro, da mezz’ala, da mediano, da incursore (le reti contro Matera e Reggina lo confermano): qualunque sia il copione tattico da riprodurre, o cambiare a partita in corso, Viola ha il ruolo di metronomo.
Osservando l’intesa perfetta che sussiste tra Mastalli e Viola tornano in mente le note di Ligabue in “Una vita da mediano”: anni di fatica e botte e vinci casomai i mondiali; senza scomodare Oriali e la Coppa del Mondo, i mediani tuttofare gialloblù si accontenterebbero di vincere nel 2018 qualcosa di meno importante, ma sognato da una città intera.
Raffaele Izzo