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uella che a breve scatterà sarà la decima stagione della gestione Franco Manniello. Il patron della Juve Stabia ha fatto della linea verde sempre un proprio punto forte; puntare sui giovani, meglio ancora se affiancati da pochi uomini di esperienza, ha spesso fatto le fortune della Juve Stabia.
Guardando indietro, però, si può notare come la linea giovane sia un caposaldo della gestione Manniello non solo in campo, ma anche in panchina. In dieci anni di presidenza sono ben quattro gli allenatori esordienti o quasi a cui il presidente delle Vespe ha dato fiducia, affidando loro la guida della sua squadra. Rastalli, Pancaro, Fontana ed ora Caserta: questi i “fantastici quattro” della giovane panchina stabiese.
Il primo “baby” mister è stato Massimo Rastelli. L’esterno tutto grinta e corsa fu uno dei colpi di mercato del primo anno di Giglio e Manniello; la stagione 2008/09 segnò la fine della carriera da calciatore per Rastelli, vittima anche di un grave infortunio. Rastelli scelse di guidare, l’anno successivo, la risalita in Serie C1 della Juve Stabia dalla panchina, svestendo rapidamente la casacca da calciatore per indossare l’abito di allenatore. Fu una grande intuizione, di Manniello e dello stesso Rastelli. Campionato di Serie C2 stravinto, C1 conquistata con un gioco spumeggiante ed una parentesi breve ma intensa. L’allenatore, infatti, lasciò immediatamente le Vespe, cercando nuovi stimoli in una diversa avventura. Per lui una crescita costante, con le tante vittorie ad Avellino e gli ultimi straordinari risultati di Cagliari tra Serie B e Serie A. Anche grazie alla Juve Stabia, Rastelli è oggi uno dei giovani tecnici più in voga del calcio italiano.
Considerazioni diverse da quelle fatte per Rastelli, ma simili tra loro, per Giuseppe Pancaro e Gaetano Fontana. Entrambi calabresi, ed entrambi protagonisti di una stagione dai due volti sulla panchina della Juve Stabia. Pancaro prima di arrivare alla Juve Stabia era stato solo allenatore in seconda del Modena, con Marcolin primo allenatore. Con le Vespe Pancaro insidiò il primato di Salernitana e Benevento fino a febbraio, quando dilemmi tattici tutt’ora misteriosi ne determinarono l’esonero. Per il tecnico fu fatale l’abbandono improvviso del 4-4-2 con cui tanto bene la squadra stava facendo, il luogo di un 4-3-3 mai completamenti assimilato dai suoi ragazzi.
L’esperienza di Pancaro è stata quasi replicata da Gaetano Fontana. Non un esordiente, ma quasi, prima di sedersi sulla panchina della Juve Stabia. Fontana la scorsa estate veniva dalla pesante squalifica conseguenza del derby farsa Salerintana – Nocerina, e prima dell’esperienza a Nocera, aveva allenato soltanto la Santegidiese. L’ex numero 10 della Juve Stabia ha infiammato il Menti con un gioco veloce e spettacolare, facendo vivere ai tifosi un capodanno da primi in classifica. Da gennaio, però, blackout totale per i suoi uomini, con cui i rapporti si sono incrinati in modo irreparabile. Proprio l’incompatibilità personale, divenuta irrimediabile, con alcuni calciatori, potrebbe essere stata alla base del suo esonero, arrivato a marzo.
Infine Fabio Caserta. Il neo allenatore delle Vespe ha una storia simile solo a metà a quella dei suoi predecessori. Nessuna esperienza da primo allenatore, ma nemmeno un salto nel buio (come quello di Rastelli). Per Caserta due anni di apprendistato, come collaboratore tecnico prima e come vice allenatore poi, prima di accomodarsi sulla sua panchina senza “superiori”. Solo il campo potrà dare le uniche risposte che contano, ma speriamo di poter presto individuare similitudini tra Caserta e Rastelli, il più vincente dei suoi giovani predecessori gialloblù.
Raffaele Izzo