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Castellammare di Stabia

APPROFONDIMENTO – Juve Stabia, la cooperativa del gol…

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er la Juve Stabia è già tempo di vacanze e relax. Il prossimo turno vedrà infatti le Vespe “scontare” il turno di riposo forzato, che allunga così di una settimana la pausa invernale dei gialloblù. In questo periodo di sosta risulta più facile analizzare meglio il rendimento della squadra di Caserta e Ferrara, scovando anche peculiarità non evidenti ma che possono dire molto sul modo di giocare della Juve Stabia. Posando la lente di ingrandimento sulle cifre, un dato abbastanza palese salta all’occhio, quello del numero di calciatori gialloblù andati a segno nel corso della stagione: sono ben 11, praticamente una squadra intera.

Dell’undici attualmente “titolare” hanno trovato la via della rete (per brevità riportiamo solo uno degli avversari puniti da ogni gialloblù): Crialese (Lecce), Bachini (Reggina), Mastalli (Andria), Viola (Matera), Strefezza (Casertana), Canotto (Andria), Lisi (Casertana), Paponi (Paganese) e Simeri (Andria); a loro vanno aggiunti Allievi, centrale difensivo andato a segno addirittura due volte (Paganese e Racing Fondi), Nava e Berardi, che hanno griffato la prima stagionale della Juve Stabia in Coppa Italia (Virtus Bassano).

La varietà e la facilità con cui la Juve Stabia riesce a trovare la via delle rete è un ulteriore indizio che lascia comprendere come il progetto tecnico sia completamente diverso rispetto a quello della scorsa stagione, ma non meno di valore. E’ cambiata, infatti, la struttura, anzi, la natura della squadra: se nello scorso campionato vi era l’attaccante da 15 reti (17, se non ne fossero state annullate inspiegabilmente due nei playoff) a trainare la squadra, quest’anno è tutta la squadra, in ogni suo elemento, in grado di fare la differenza. Al Ripa di turno si è quindi sostituito un intero impianto capace di fare male nella sua totalità.

Non vi è più il pezzo forte centrale cui agganciare i risultati e legare il resto della squadra; la Juve Stabia 2018/19 si compone come un puzzle, in cui ogni pezzo ha la medesima importanza di quello precedente e di quello successivo. Così le Vespe possono contare sulla vena realizzativa di Paponi e Simeri, attaccanti diversi ma in grado di integrarsi perfettamente; sul senso del gol di Lisi e Canotto, entrambi in ripresa dopo un inizio di stagione pigro, e sulla vivacità di Strefezza, rigenerato dal ruolo di trequartista puro cucitogli addosso da Caserta.

Alle bocche di fuoco si aggiungono poi Mastalli e Viola, micidiali anche lontano dalla propria zona di competenza, centrali difensivi dagli ottimi tempi di inserimento (Allievi e Bachini su tutti), e terzini bravi anche nella soluzione dalla distanza.

L’inversione di tendenza rispetto alla scorsa stagione è stata palpabile anche durante l’assenza di Daniele Paponi: l’infortunio del miglior marcatore gialloblù è stato attutito dalle reti dei vari Viola, Bachini, Simeri, Canotto e così via. Se l’uomo da doppia cifra viene meno, ci pensano le reti (isolate ma non troppo) dei singoli a fare la differenza.

Se letto nel modo giusto questo è un ulteriore aspetto di crescita per la Juve Stabia, il cui merito non può che essere ricondotto ai tecnici Caserta e Ferrara: raggiungere risultati importanti diventa più facile anche senza un bomber puro, se in compenso si può contare su una cooperativa del gol.

Raffaele Izzo


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