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Ancora anni 70: Correva sempre l’anno 74, a Milano ancora non si beveva

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E

ravamo rimaste al 1974, quando Pippi visse il trauma dell’uccisione del suo principe azzurro da parte dei carabinieri, scoprendo che le favole a lieto fine, erano un’altra fregatura del regime, così come tutte le leggende  metropolitane sui carabinieri, che in realtà lei amava, antesignane delle barzellette, tipo il certificato penale di 5  generazioni.

Ma eravamo già ad Ottobre, quando Luca Mantini dei NAP, venne ucciso, mentre il ’74, fu purtroppo ricco di  avvenimenti, anche antecedenti, tipici di quegli anni, della “strategia della tensione e del terrore” ma che Pippi  aveva sorvolato, perché quella morte, fu pietra miliare della sua vita ma non di quella del paese che di ragazzi  come Luca, e di storie come la sua, era davvero piena allora, al contrario di oggi.

La strategia di cui parlavamo era realizzata da nuclei terroristi neofascisti ben manovrati come sempre, dalle parti “deviate” dello stato e degli immancabili servizi segreti, altra istituzione sulla quale sicuramente abbiamo idee generazionali molto diverse, visto che nessuno è andato a Roma furente per i “babbi” di Mancini e Renzi, il quale  invece, tranquillo e sprezzante come sempre ha richiesto persino il sequestro del materiale audiovisivo  comprovante il suo operato, presso la sede di Report.

Ecco, se fosse stato in compilation negli anni ’70, il Renzi di oggi, avrebbe fatto meno il “ganzino” perché magari, poteva finiva lui… sequestrato.

Ma eravamo al terrorismo nero, quello di stato, del quale Mancini potrebbe riferirvi con grande cognizione di causa, essendo una spia “incrostata” e lautamente stipendiata da tempo immemore ma visto che non lo farà di certo, lo faremo noi.

La strategia della tensione, aveva lo scopo di destabilizzare l’ordine pubblico, al fine di terrorizzare la  popolazione, per giustificare o addirittura far invocare, un intervento militare a restaurazione di una dittatura di destra, quella che avrebbe riportato ordine e disciplina. Ovvero, ammazzo tuo fratello e poi ti convinco che hai bisogno di me per salvare il resto della famiglia.

Con loro non ce la fecero ma fu durissima, per questo oggi guardano di traverso il qualunquismo della Milano da bere dilagato nel vostro mondo attuale, fatto di irrinunciabili aperitivi e leggerezza… se ve la fate dare a bere, sappiate che a Milano, allora si sparava e a Brescia i fascisti ci mettevano le bombe mentre i pompieri lavavano il sangue dalla piazza, cancellando prove schiaccianti, in tempo record, come sempre… agende che spariscono, intercettazioni distrutte, prove cancellate e tutto quel che serve a coprire reati, stragi o semplici omicidi  “eccellenti”.

Nel ’69 avevamo già avuto la strage di Piazza Fontana, e il 28 Maggio del ’74 ci fu la bomba di Brescia, in Piazza della Loggia, fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione, proprio contro il terrorismo neofascista.

Non contenti, il 4 Agosto, seguì la strage del treno Italicus, dove ancora una volta, si raccolsero pezzi umani con sacchi neri, stavolta in galleria.

Spero che adesso, si cominci a capire perché i nostri intelligenti e spesso colti studenti, fossero decisamente innervositi, da uno stato che ti ammazza, solo per fingere poi di salvarti, al fine di reinstallare il fascismo, in un paese che stava lottando per i diritti civili, sospinto da forti venti culturali di una sinistra che stava prendendo decisamente campo.

Una sinistra che portava cultura e informazione, unici veri nemici temibili per mafie e governi, solo apparentemente democratici. Una sinistra della quale, come per tutte le morti eccellenti, dal bandito Giuliano in poi, sappiamo per certo, solo che sia morta.

Già nel gennaio del ’74, si sentiva l’acre odore di Golpe. Dalle sue pagine, l’Unità informava dello stato di allarme attivo nelle caserme del paese.

A febbraio, nel carcere delle Murate a Firenze, scoppia la protesta dei detenuti che chiedono di veder attuata la riforma carceraria. Un detenuto di 20 anni viene falciato col mitra da un agente.

A Genova, il 18 Aprile, le Brigate Rosse, sequestrano il magistrato Mario Sossi. Verrà liberato il 23 maggio in seguito alla scarcerazione di 8 imputati al processo riguardante il gruppo denominato XXII Ottobre.

L’ex abate Giovanni Franco ii, viene sospeso “a divinis” prima e ridotto a laico poi, in quanto espresse posizioni favorevoli alla legge per il divorzio, che a maggio, dopo anni di lotte, diventa finalmente realtà, col refendum, dove vinse con il 59,3% su un affluenza record che sfiorò l’88%.

Intanto nel carcere di Alessandria, una nuova rivolta per i diritti dei carcerati. Sette morti. A giugno, un commando delle Brigate Rosse irrompe nella sede del MSI e uccide due attivisti.

A settembre, arrestano Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, insieme a Alberto Franceschini, intanto un militante 19enne di Autonomia operaia, viene ucciso durante le proteste per un’operazione di sgombero di case occupate a Roma, in San Basilio.

La preoccupazione della Banca D’Italia sta tutta nel salvare la banca privata di Sindona, intanto vicino Firenze, uccidono una coppia di fidanzati, prima di una lunga serie, che porterà moltissimi anni dopo alla discussa condanna di Pietro Pacciani.

Anche in questo evento, quello del Cicci, mostro di Scandicci, si parlo’ di depistaggi e coperture di altri personaggi. Anche fuori dal potere politico, si mostra già il principio che in Italia le indagini e le condanne vanno in base al reddito o alle iscrizioni a qualche Loggia…

Subito dopo il referendum, Carlo Fumagalli, altro estremista di destra, seguito da Avanguardia Nazionale aveva progettato un Golpe che avrebbe dovuto prendere il via con attentati dinamitardi in Valtellina. Fortunatamente arrivò una “soffiata” e il colpo di Stato venne sventato, pur seguito a ruota da un altro estivo, a opera inconclusa di Edgardo Sogno, un ex ambasciatore, che riteneva a sua volta che il sistema andasse rifondato.

Pure lui sostenuto da militari ed alte cariche dell’esercito, istituzioni che insieme ai distributori di “babbi” in autogrill, massoni deviati, politici deviati, magistrati deviati ecc. si dimostravano sempre disponibili ad allearsi con golpisti di ogni genere, fossero neri terroristi macellai, nobili fascisti o ambasciatori che sognano, golpe di velluto, in ogni caso hanno sempre potuto contare su di loro.

Anche per questo tentativo, si penso’ al ferragosto, unico momento che poteva trovarci davvero distratti all’epoca, con le interminabili file di cinquecento e lambrette alla conquista delle spiagge, stesso stile conservato fino agli anni nostri del “Papete”.

Ma a Milano non si beveva, a quei tempi, in Piazza San Babila si faceva la guerra, morivano giovani, manifestanti, senatori, poliziotti. Tre generazioni di neofascisti si avvicendarono in quella piazza ma gli altri, non facevamo l’aperitivo nel mentre…

Vorrei riuscire a farvi capire che non può esistere niente di più appassionante, che possiate trovare in libri polizieschi, di spionaggio, di terrore o fantapolitica che non la nostra vera storia.

È pazzesco, dovete provare, almeno una volta. In ogni avvenimento che vi accenno, vi sono storie incredibili, oltre ogni limite della fantasia, che da sole, valgono ognuna un libro, il più pazzesco, emozionante e appassionante, che possiate mai leggere.

Provate, vi prego è davvero illuminante ed anche se via hanno già reso “funzionali” e non leggete, guardate comunque i reportage, sono storie che vi lasceranno a bocca aperta, altro che Matrix e la nostra esterofilia cinematografica.

Pippi ce lo sintetizza a modo suo, affermando che a noi, Agata Christie o Alfredo Hitcock, insieme a tutti gli altri, ci fanno una pippa (vi avevamo detto che è una tipa particolare, con problemi di inserimento… n.d.r) e che in quella storia che volutamente non vi raccontano, sono scritte le trame più incredibili del Mondo, che superano al primo giro, la fantasia di qualsiasi scrittore.

Così come abbiamo superato anche per oggi, il limite medio di attenzione pur non riuscendo, ancora una volta a tratteggiare un solo anno, di quei nostri anni, dove certo non si rischiava la noia, unici a combattere anche, se pur come effetto collaterale, la solita ignoranza e il qualunquismo menefreghista che normalmente caratterizza la percentuale ahimè più alta del popolo.

Dante già attribuiva al girone degli “ignavi” le maggiori presenze e non avrebbe potuto vederla in altro modo, essendo italiano.

A mille ce n’è nel mio mondo di fiabe da narrar… e continuero con la Parte 3 (se vorrete seguirmi)

COLLEGATA:

Uno sguardo sulla società italiana degli anni ’70 (Parte 1)

Ancora anni 70: Correva sempre l’anno 74, a Milano ancora non si beveva / Francesca Capretta / Cronaca Giudiziaria

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