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Ambrosi: “La Juve Stabia con cui ripartimmo in C1 poteva fare grandi cose”

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Alessandro Ambrosi, ex attaccante della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione televisiva Juve Stabia Live: le sue dichiarazioni

Ambrosi: “La Juve Stabia dell’anno in C1 poteva fare grandi cose”

 

Alessandro Ambrosi, ex attaccante della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione Juve Stabia Live Talk Show. La trasmissione prodotta da ViViCentro Network, va in onda ogni giovedì dalle 20 sulla pagina Facebook Juve Stabia Live, e su tutte le altre pagine del gruppo ViViCentro Network S.r.l.. In audio trasmessa in diretta su Radio Città Castellammare e in differita il giorno dopo alle 20:30 su TV Oggi (canale 71 del digitale terrestre).

Le sue dichiarazioni sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“Quando si parla di Juve Stabia mi torna in mente quell’anno e mezzo in cui giocai con le Vespe. Un’esperienza importante da un punto di vista umano e professionale. Ogni volta che ci giocavo contro rimanevo stupefatto dalla tifoseria e per me è stato un onore giocare in quello stadio. Resto molto legato a tifosi, compagni di squadra ma soprattutto al Presidente D’Arco, una persona corretta ed onesta che mi ha lasciato un grandissimo ricordo. 

Il primo anno con la Juve Stabia? Fu un anno particolare perché tornavo in C2 dopo diversi anni. Mi colpì il Presidente D’Arco per il suo progetto. Feci 31 partite ma ebbi un infortunio che mi fece saltare 9 gare per uno schiacciamento di una vertebra perché non ero abituato a giocare sul sintetico. Il gol più bello forse quello contro il Lamezia ma ce ne sono tanti. Era una squadra composta da giocatori importanti che, seppur con il ripescaggio, arrivò in C1. Ma quella squadra con cui ripartimmo in C1, se avesse avuto la fortuna di poter completare tutto il campionato, sarebbe andata già in Serie B quell’anno. 

Il calcio che abbiamo vissuto noi è molto diverso da quello odierno. Da un punto di vista economico e qualitativo. Fino a Calciopoli tutti i principali campioni erano in Italia. Oggi a parte la Juve siamo scaduti molto verso il basso soprattutto per un problema economico. Oggi si preferisce andare in Cina. Questo effetto a scendere si ripercuote in tutte le categorie. 

La ripresa del calcio dopo il Covid sarà molto complessa. Da un punto di vista fisico sarà facile riprendere la condizione ma da un punto di vista mentale sarà durissima. Si ripartirà da zero e si giocherà con un gran caldo in tempi molto ristretti e non sarà semplice anche perché tutti gli equilibri saranno stravolti. 

I rigori che mi procuravo? Di solito si soffermavano su come li tiravo. In campionato riuscivo a prendere una decina di rigori ogni volta. Il calcio è un gioco dove l’astuzia la fa da padrona. Fuori dall’area di rigore pesavo 84 chili, dentro l’area pesavo 26 chili. Oggi gli attaccanti fanno di tutto per restare in piedi, secondo me invece l’attaccante deve riuscire a trovare il contatto fisico dentro l’area di rigore. Sicuramente col Var mi sarei trovato molto in difficoltà oggi. Ho preso alcuni rigori molto dubbi ma che in quel momento sono serviti molto alla mia squadra. Devi essere bravo anche a procurarti rigori. 

Il ricordo più bello legato ad una notturna con il Latina in casa in C2. Venivamo da alcuni risultati deludenti. Era una gara in cui meritavamo poco ma noi riuscimmo a vincere 2-1 proprio grazie ad un mio rigore dubbio e ad un gol di Andreulli nel finale. Una vittoria – continua Ambrosi – che ci diede molta consapevolezza che potevamo fare qualcosa di importante. Un’altra gara importante quella con il Perugia in C1 in cui vincemmo 2-0 con una mia doppietta. Avere il Menti a favore è un’arma in più importante. 

Le Universiadi? Nel 1997 fu una vittoria inaspettata. Prima erano stati selezionati tutti dilettanti poi si aprì anche ai professionisti. Vincere un titolo mondiale come quello di fronte a squadre importanti è un qualcosa di importantissimo. Avevamo giocatori importanti come Massimo Oddo, Califano, Andrisani, Corini, sotto la guida del tecnico Berrettini. Quando si indossa la maglia della nazionale è sempre qualcosa di molto importante che uno si porta dentro per tutta la vita. 

Auguro alla Juve Stabia di raggiungere quanto prima la salvezza, spero di venire prima possibile al Menti a vedere una partita e saluto molto cordialmente il magazziniere Enzo Guida di cui ho uno stupendo ricordo”. 

 

a cura di Natale Giusti

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