NOTIZIE AS ROMA – È la stagione 2006/2007 e con i suoi 26 gol in campionato, Francesco Totti si piazza davanti al centravanti del Real Madrid #VanNistelrooy fermo a quota 25. L’olandese, neo campione di Spagna è stato sostituito per infortunio sul più bello, nella sfida scudetto dell’ultima di campionato del 17 giugno. Alla fine saranno 32 le reti complessive del capitano, 26 in serie A, 4 in otto partite di Champions League, e 2 in Coppa Italia. Numeri da record e un riconoscimento internazionale indiscutibile: la scarpa d’oro. Un traguardo, questo, che diventa ancor più significativo se si pensa che il fenomeno di Porta Metronia era reduce dal brutto infortunio alla caviglia occorsogli, nell’ormai celebre data del 19 febbraio 2006, a seguito di un contatto con #Vanigli durante #RomaEmpoli. “Mancavano pochissimi mesi al Mondiale – ha raccontato Totti – Il rischio era elevatissimo. Il dott. Mariani mi disse che ce l’avrei fatta, Lippi mi ha continuamente incitato. Da lì ho avuto tanta forza, tanta volontà per partecipare a questo grande Mondiale che abbiamo vinto. Io non segnavo. Pensavo che l’intervento alla caviglia fosse riuscito male. In quei momenti pensi a tutto. Cerchi qualsiasi escamotage per tornare al goal, ma niente. Il primo goal del campionato arrivò col Chievo. Fu una soddisfazione, non vedevo l’ora di tornare a segnare in casa. Con l’Ascoli sbagliai il secondo rigore di fila. Forse non ne ero più capace, mi venne il dubbio. Poi fortunatamente la mia testa, il mio carattere forte mi ha fatto ricredere e ho ricominciato a segnare con continuità”. E da allora sono arrivati i gol, a grappoli e la convocazione di #MarcelloLippi. #Totti avrebbe fatto parte di quella gloriosa spedizione che andò a conquistarsi il #Mondiale in Germania. Il suo contributo alla causa fu fatto di 7 presenze totali con 488 minuti giocati, 3 assist (1 contro la Repubblica Ceca e 2 contro l’Ucraina) ed un gol, quello celeberrimo e pesantissimo segnato su rigore contro l’Australia che consegnò agli azzurri l’accesso ai quarti di finale senza la “tortura” dei tempi supplementari. Forte e teso sotto all’incrocio dei pali, liberatorio, pollice in bocca e via verso la bandierina, dove il primo a raggiungerlo di corsa dalla panchina è quel #DelPiero con cui ha fatto staffetta solo 20’ prima. Non c’è neanche il tempo per riportare il pallone a centrocampo: il 26 giugno 2006 l’Italia inizia a vincere il suo Mondiale.
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laudia Demenica
Di Warrenfish – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27703275