ivise Per Fighetti – Quando si è in periodo di crisi, chi amministra le piccole, medie e grosse aziende, dovrebbe attuare una politica di austerità; l’Alitalia, nonostante avesse una situazione debitoria disastrosa, ha ordinato una commessa di 15 milioni di euro per cambiare le divise ai loro dipendenti. Lo scopo? Renderli più “fighetti”? Boh!
Il fatto
La nostra compagnia aerea Alitalia, non sarà nata sotto una buona stella, i suoi conti, sempre in passivo, sono tuttora di colore rosso porpora.
È capitato più volte che gli aerei della flotta siano rimasti a terra per mancanza di carburante. Le compagnia petrolifere, fin quando non è intervenuto lo Stato a saldare i debiti pregressi, avevano chiuso i rubinetti delle loro cisterne.
Le perdite economiche di anno in anno si sono fatte sempre più pesanti, per farla decollare non sono bastati centinaia di milioni di euro “offerti”dallo Stato, oggi come sempre si trova in una situazione finanziaria abbastanza pesante.
Neppure l’intervento di alcune “celebrità” nel campo economico-finanziario, sono riuscite a farla decollare. Chi l’ha presa in gestione per periodi più o meno lunghi, è riuscito solo a gonfiare il proprio portafoglio, non certo le casse dell’azienda per cui hanno operato.
Le vicissitudini dell’Alitalia sono arcinote, sono state ampiamente raccontate, centinaia gli articoli che le sono stati ‘dedicati’ in tutta Europa.
Con queste credenziali, quando si è cercato di darla in “sposa” ad alcune compagnie aeree estere, non si è ottenuto alcun risultato, i promessi sposi hanno restituito gli anelli di fidanzamento ed allora, qualche grosso stratega finanziario, pur essendo la futura sposa con le pezze dove si immagina che le possa avere, ha pensato di renderla più attraente, impuparla con un cambio immagine, una nuova divisa poteva andare più che bene.
Compresi nel prezzo vi erano cappellini, borse, scarpe, calze e fazzoletti al collo.
Detto fatto, l’Alitalia, data astrale 2015, Costellazione Lombardia, è stata affidata, pur essendo in piena crisi economica, ai sarti di un’azienda di Gallarate, per il cambio delle divise.
Considerato il numero dei dipendenti (220 mila),il costo dell’operazione è venuta a costare 15 milioni di euro.
Un vecchio proverbio siciliano dice: ‘ a ruvina nun c’è sparagnu’, (quando si è in rovina, non bisogna risparmiare), così l’ordine per le nuove divise fu fatto ma poi …..
Poi, nel 2016, ci si pente della scelta fatta. Le divise non piacciono più. Se ne ordinano delle altre e quelle obsolete vengono lasciate negli scatoloni dentro i capannoni delle aziende che le avevano prodotte, ma la cosa più grave è che hanno lasciato sul campo vari “pupi”, alias “debiti”, che difficilmente saranno saldati e mai faranno pendant con le nuove divise.
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