Al Festival di Giffoni, il premio Giffoni Experience Award per Stefano Accorsi che si racconta in una lunga intervista
da Giffoni MARIA D’AURIA
S
tefano Accorsi movimenta la sesta giornata del Giffoni Film Festival. Fans in delirio quando passa sul blu carpet e poi la consegna del premio Giffoni Experience Award. L’attore torna a Giffoni dopo 20 anni e racconta dei suoi nuovi impegni al cinema e in tv.
Non farà parte del seguito di The New Pope, l’atteso sequel della serie tv di Paolo Sorrentino che lo ha visto protagonista a fianco di Jud Low, JhonMalkovich e Silvio Orlando. “So che è girata questa voce ma no, non farò The New Pope”. Ad attenderlo, invece, è il regista Ferzan Ozpetek che lo aveva già voluto ne “Le Fate ignoranti” e poi ancora protagonista in “Saturno contro”. Nel nuovo film, “La Dea Fortuna”, con Edoardo Leo e Jasmine Trinca, nelle sale dal 28 novembre, il regista affronta il tema della omogenitorialità e la crisi delle coppie gay, un aspetto ancora inesplorato nel mondo del cinema. “Racconta una coppia di due uomini che entra in crisi dopo 15 anni d’amore– spiega l’attore– Il fatto che a raccontarlo sia Ozpetek fa la differenza. È un uomo che conosce bene quel mondo, ha una fortissima presa sul pubblico e, non ultimo, è una persona di grande cultura. La forza di Ozpetek è che non lavora seguendo gli stereotipi”. Sul rapporto con il regista, ritrovato dopo più di 10 anni dall’ultimo film, afferma: “È stato molto interessante perché si cresce, ci si perde, ci si trova diversi. Siamo amici, non abbiamo una frequentazione assidua ma rimane sempre un filo. È davvero un fuoriclasse e anche una persona molto spiritosa».
Per quanto riguarda la sua posizione in merito alle adozioni, Stefano ritiene che la famiglia sia il posto dove c’è l’amore. “Se c’è quello, il bambino crescerà felice – dichiara con convinzione– Sinceramente trovo che dichiarazioni come i ragazzi devono stare con una mamma e un papà siano delle frasi fatte, così come trovo sbagliato provare a criticare le adozioni gay adducendo ragioni religiose. Non mi risulta che il Nuovo e il Vecchio Testamento siano stati scritti da Dio: li hanno redatti degli uomini”.
Per Stefano, prosegue l’impegno anche con la serie tv “1994” in onda su Sky, parte finale della trilogia dedicata a Tangentopoli e alla discesa in campo di Silvio Berlusconi.
Torna ad interpretare suo personaggio Leonardo Notte, colpito da un proiettile mortale nella scena finale di 1993. Chi si era illuso che il suo personaggio avesse terminato i suoi giorni, si era completamente sbagliato. «Non solo torna in 1994 – spiega Accorsi – ma sarà più vivo che mai”.
La serie nasce da un’idea dello stesso attore che all’inizio voleva realizzare una serie tv su Berlusconi, ma all’epoca nessuno era disposto a produrla. “Abbiamo deciso di raccontare la Seconda Repubblica. Con quest’ultima serie, 1994, questo gioco strategico verrà pienamente alla luce”.
L’attore ha le idee molto chiare sul suo futuro, non desidera cimentarsi nella regia ed afferma: “Anche se ho diretto un paio di corti, non desidero aprirmi alla regia. È una professione complessa, che richiede specifiche competenze e francamente non mi sembrano che siano molti gli attori che si sono rivelati anche bravi registi. Giusto De Sica, Nanni Moretti e pochi altri”. E aggiunge: “Oggi non si può scegliere un film partendo dal presupposto che incasserà al botteghino. Allo stesso modo un attore non può più vivere solo dello sguardo dell’altro, aspettando una telefonata: deve cercare di reinventarsi. Oggi è dura trovare lavoro, è un momento difficile dal punto di vista della gestione di questo Paese, dal punto di vista della crisi, c’è molto scontento e molta infelicità. Ecco credo che un festival come Giffoni ci dice una cosa importante per i nostri giovani. La passione è importante. Le passioni vanno alimentante perché ci danno energia e poi possono diventare anche un lavoro”. Attualmente, Stefano Accorsi si cimenta nella produzione, un’alternativa interessante nell’attesa di un telefono che squilli.
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