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Castellammare di Stabia

Agerola, processo per l’omicidio di Rino Medaglia: “Acampora non frenò ma accelerò”

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Nuovi dettagli emergono dalla perizia richiesta dal giudice del Tribunale di Torre Annunziata:”Antonio Acampora non cercò di frenare, ma accelerò”

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iprendono i lavori in aula per il processo legato al presunto omicidio di Rino Medaglia, che nel 2016 aveva sconvolto la comunità di Agerola e non solo. In seguito all’incidente mortale che coinvolse il geometra, la Procura di Torre Annunziata fermò il pizzaiolo Antonio Acampora, 47 anni, con l’accusa di averlo investito e ucciso volontariamente.  La Procura si è orientata sin da subito sull’ipotesi che dietro l’incidente potesse nascondersi un omicidio per gelosia. La morte di Rino Medaglia ebbe molta risonanza nello splendido comune della Costa d’Amalfi poichè era conosciuto e ben voluto da tutti gli abitanti.  Ai magistrati che lo interrogavano Acampora avrebbe giustificato l’incidente come un “gesto istintivo”. La vittima, dopo un volo di oltre tre metri, morì al Pronto Soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare, nonostante i disperati tentativi dei medici per salvargli la vita.

Per far luce sulla vicenda e confermare la tesi accusatoria, il giudice per l’udienza preliminare aveva predisposto una perizia tecnica sulle dinamiche dell’incidente. Oggi il perito ha reso nota un’informazione che potrebbe risultare fondamentale per l’intero processo. L’ingegnere, che è esperto in rilievi presenti sul luogo di incidenti stradali, non avrebbe dubbi: Acampora, dopo aver visto Medaglia dinanzi a sé, non frenò ma bensì accelerò.

Questa tesi è completamente differente alla perizia che arrivò in Procura nella fase di indagine: in quel caso, l’analisi del perito sembrava dimostrare il fatto che il pizzaiolo, alla vista del geometra, non accelerò. Proprio per questa motivazione cadde l’aggravante della premeditazione nell’accusa di omicidio volontario che a questo punto potrebbe essere reinserita nell’impianto accusatorio.

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