…E adesso, chi ha il coraggio di toglierlo dal campo?
U
n giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, cantava De Gregori; siamo certi che oggi, ai suoi bellissimi versi, aggiungerebbe il carisma, guardando alla panterina del centrocampo di Sarri. Già, perché il ragazzo nato a Conakry, in Guinea, meno di venti anni fa, ha davvero tutti i presupposti per diventare un campione: fisico, tecnica, visione di gioco. Ma la caratteristica che più stupisce di questo giovanissimo talento, è la naturalezza con cui prende in mano il centrocampo azzurro. La tranquillità, innata, con cui guida un reparto delicato e nevralgico. Già al Bologna, aveva messo in mostra le sue caratteristiche, tipiche di tanti calciatori venuti dal grande continente africano; l’atletismo, i muscoli, la capacità di sopportare carichi di lavoro estenuanti. Sostituire Jorginho, inamovibile nello scacchiere sarriano l’anno scorso, avrebbe potuto innervosire colleghi ben più scafati; il giovane Amadou, invece, corre senza affanno, perché sempre al posto giusto. Sembra essere perfettamente integrato nello spogliatoio, si sente il futuro e anche il presente di questa compagine.
Sarri ha giustamente sottolineato che i troppi complimenti possono far girare la testa a un ragazzo, seppur maturo e intelligente come lui; e allora il mister se lo coccola senza esaltarlo, indirizzandolo verso una sempre più probabile ribalta europea. Avevamo già preconizzato un futuro radioso per lui, come per gli altri giovanidi belle speranze del Napoli. Non ci resta che sperare che l’esplosione del nuovo Toure, come qualcuno ha già ribattezzato Diawara, sia sempre con la casacca azzurra.
Chapeau, Amadou!
a cura di Fabiano Malacario
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