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Castellammare di Stabia

Addio a Jerry Lewis, principe della risata

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È morto a 91 anni a Las Vegas Jerry Lewis, un attore simbolo del cinema comico americano. E l’America che non l’ha mai dimenticato lo festeggia con una retrospettiva al Moma

A comunicare la notizia è stato il suo agente. Jerry Lewis, leggenda della comicità statunitense, è morto al Las Vegas a 91 anni. Nato a Newark, nel New Jersey, il 16 marzo del 1926, di origine ebraica come tanti altri giganti del cinema comico americano, fin da ragazzo fu attore e imitatore. In coppia con l’attore e cantante Dean Martin ebbe un enorme successo in teatro, al cinema e in televisione. Il primo film del sodalizio fu “La mia amica Irma”, a cui seguirono altre pellicole di successo.

Dal sodalizio con Dean Martin alla carriera solista

Nel 1956, a dieci anni esatti dall’inizio della loro unione artistica, Lewis e Martin annunciarono la loro separazione. Fu un divorzio molto amaro, voluto soprattutto da Martin, che non tollerava come il compagno gli rubasse di continuo la scena. Lewis proseguì la carriera di attore, alla quale unì anche quella di regista. Il primo film che diresse fu “Ragazzo tuttofare” del 1960. In parallelo tentò anche la carriera musicale, pubblicando alcune hit di successo. Si impegnò molto anche nelle iniziative benefiche, ad esempio con il programma tv “The Jerry Lewis MDA Labor Day Telethon” per raccogliere fondi in favore dei malati di distrofia muscolare.

Negli ultimi anni diede vita a “House of Laughter” (La Casa della Risata) per aiutare i bambini e i giovani affetti da malattie o reduci da traumi, attraverso il potere terapeutico della risata. Ritornò al cinema nel 1983, quando Martin Scorsese lo chiamò per interpretare “Re per una notte”, accanto a Robert De Niro. Dopo aver divorziato nel 1980 dalla cantante Patti Palmer, sposata nel 1944, e dalla quale aveva avuto sei figli, Lewis nel 1983 Jerry sposò la ballerina SanDee Pitnick. Dal nuovo matrimonio nacque nel 1992 una figlia, Danielle Sarah.

Una lunga lotta contro la malattia

I problemi di salute di Lewis iniziarono nel 1983, quando l’attore fu costretto a un’operazione a cuore aperto. Nel 1992 arrivò un’altra operazione per rimuovere un tumore alla prostata. Nel 2003 Lewis dovette inoltre andare in terapia per la sua dipendenza dagli antidolorifici. Tre anni dopo seguirà un attacco cardiaco, legato in parte alla fibrosi polmonare della quale ha sofferto a lungo. Ora è grande il cordoglio di tutti i suoi ammiratori, e l’hashtag #RIPJerryLewis domina su Twitter

L’abbraccio dell’Europa per ‘Le Roi du Crazy’

Un cordoglio davvero internazionale. Come sottolinea Hollywood Reporter, il “picchiatello” godeva di una fama enorme anche in Europa, forse, almeno durante gli anni della carriera solista, addirittura superiore a quella che gli veniva tributata in Usa. Nel vecchio continente Lewis fu incoronato otto volte “miglior direttore”, una volta in Belgio, Italia, Germania, Olanda e Spagna e ben tre volte in Francia, Paese dove era amatissimo, tanto da ricevere la Legion d’Onore nel 2009. A favorire la sua fama Oltralpe, dove era noto come ‘Le Roi du Crazy’, la grande passione che avevano per lui, e il suo modo di incarnare l’assurdo, i registi della nouvelle vague, da Francois Truffaut a Jean-Luc Godard.

redazione/agi

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