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a conduttrice Federica Afflitto ha parlato in esclusiva ai microfoni di Carlo Ametrano. Ecco le sue dichiarazioni.
Federica, come nasce questa passione nell’ambito della televisione?
“Ho sempre seguito lo sport per passione. Il mio obiettivo da giovane era essere una giornalista di guerra, per cui immagina che in realtà io non ho molto a che vedere con quello che faccio oggi. Sapete però come va la vita… Ero a Rai 2 e mi proposero di spostarmi nello sport. Da lì è poi partita tutta la mia carriera e questa passione per il mondo dello sport. Alla fine, funziona così: quando ti si apre un canale tu vai verso quella strada. Ho iniziato con la Formula 1, ma poi mi hanno dislocata nel mondo nel calcio. Tutto è nato in modo casuale, ma è stato comunque tutto molto bello e interessante”.
Ci parli un po’ di più del tuo programma ‘Il processo dei tifosi’?
“Siamo quasi arrivati al 30esimo anno! Questa trasmissione voleva all’inizio un po’ scimmiottare ‘Il processo di Biscardi’, mentre il ‘Processo dei tifosi’ voleva avere una linea un po’ più da tifoso. Affrontiamo il lavoro delle romane, senza però escludere il campionato di Serie A in generale”.
Come vedi la situazione delle due romane?
“La Lazio ha trovato la quadratura del cerchio. Ha costruito intorno a Baroni una squadra ‘operaia’, ma con delle eccellenze interessanti. Credo che quando c’è un padrone unico che decide e dispone, le cose funzionano. Per quel che riguarda la Roma, invece, credo che ci sia un caos totale attenuato solo dalla presenza di Claudio Ranieri. Credo che i Friedkin siano in un posto che non hanno ancora imparato a conoscere. Se loro pubblicano sui profili social una foto dei cinque ragazzi arrivati dal mercato di gennaio dicendo che partendo da questi acquisti si espanderanno nel calcio mondiale… Devono un attimo capire che questi sono degli autogol, un po’ come quando scrissero che con Juric dovevano arrivare in vetta alle classifiche, mentre sappiamo come è andata a finire. Ormai la stagione è questa: puoi solo sperare di andare avanti in Europa League. Vediamo…”.
Ho visto nel tuo curriculum il libro che hai scritto: ‘Il nome di mio figlio’… vuoi parlarcene?
“Quella storia è autobiografica. Ci ho pensato tante volte. Quando sono rimasta incinta, ho avuto un problema di salute e ho scoperto di avere un tumore. Dopo tanti controlli mi dissero di non rimanere incinta. Io non sapevo di esserlo, ma quella frase mi colpì e andai a comprare un test di gravidanza… scoprendo di esserlo. I medici non volevano che io portassi avanti la gravidanza, mentre io non volevo abortire. È stato complicato, perché sono situazioni abbastanza pericolose. Io però questo figlio lo volevo e, girando in lungo e in largo, ho trovato un medico che mi ha aiutata ad andare avanti in questi 7 mesi rimasti e sono riuscita a partorire. Il messaggio che volevo mandare è ai figli, soprattutto a quelle famiglie in cui la mamma mette al mondo dei figli e ne lascia altri. Tu lo fai perché li ami, tutti. È un modo per dimostrarlo. Una madre come ti dimostra l’amore? Dandoti tutta sé stessa, proprio come avevo fatto io”.
Tornando alle trasmissioni, ora sei anche su Odeon Tv con Professione Motori con Carlo Ametrano.
“Mercoledì e giovedì sera a Odeon Tv raccontiamo il mondo dei motori e con Carlo Ametrano raccontiamo di Formula 1. Ovviamente il tema principale è quello di Lewis Hamilton in Ferrari. Lui è travolgente e un professionista esemplare che ti emoziona quando parla… un po’ come faceva Senna. Ti regala delle uscite meravigliose che ti riempiono il cuore. Penso però che anche per lui sia una cosa unica: la Ferrari è la Ferrari. In Formula 1 si tifano molto spesso i piloti, mentre qui in Italia si tifa la Ferrari che è un mito, un simbolo”.
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