Festa patronale a Leporano, luminarie, bande, fuochi d’artificio e tantissima gente come ogni anno per le vie del paese per una partecipatissima festa d’inizio estate
A Leporano, (Ta), festa di San’Emidio protettore contro i terremoti
L
eporano (TA) – Ti ritrovi dopo anni in questa cittadina, Leporano in provincia di Taranto, e il 5 agosto rivedi immagini che da sempre sono nei tuoi ricordi e rivivi situazioni che continuano a caratterizzarla.
Cittadini di un intero paese, tanti che ritornano per il solo periodo di vacanza e numerosissimi turisti provenienti dalla vicina Taranto e dai paesi limitrofi, che affollano le vie del paese per la tradizionale e storica festa patronale.
Una festa in onore di Sant’Emidio, che per tre giorni consecutivi impegna il Comitato dei festeggiamenti, a organizzare al meglio la festa più sentita e più partecipata di inizio estate.
Un santo che i leporanesi, rimasti illesi nel terremoto del 1742, che distrusse quasi completamente la piccola borgata, lo elessero santo patrono, perché per la Chiesa, protettore contro i terremoti.
Artistiche luminarie per le vie principali del paese ad accogliere i tanti e che per i due giorni precedenti il cinque, dopo aver goduto dello splendido mare durante la giornata, si riversano in paese per i festeggiamenti civili, la passeggiata lungo il corso principale e la fruizione di due concerti di musica leggera e popolare.
Ancora più numerosi il giorno in cui si festeggia il Santo Patrono, per seguire la processione per le vie del paese e dunque la statua del santo portata a spalle, seguita dagli amministratori, sindaco in testa con la sua fascia tricolore, il gonfalone, il Comitato festeggiamenti, ruolo da sempre assai ambito, le forze dell’ordine, una delle tante bande chiamate e onorare con le meravigliose marcette il santo, e tanti fedeli al seguito per raggiungere la chiesa per le celebrazioni di rito.
A dare il via alla processione, botti di fuochi d’artificio.
A sera, le magliaie di lampadine colorate degli archi, le famose luminarie, allestite nelle vie principali, indicano il percorso per raggiungere la piazza principale.
Cosa sicuramente non facile da fare ma che ti permette di osservare ai bordi delle strade i tanti stand, di fermarti a salutare amici che non vedi da tempo, a osservare e fare mente locale quanto, cose e situazioni considerate del passato, possono e sono ancora affascinati e belli.
Uno spazio ampissimo all’ingresso del paese è da sempre riservato al Luna Park, la giostra e attrazioni di ogni genere, musica ad altissimo volume e tanti bambini, ma non solo, a provare emozioni e allegria sulla ruota panoramica, le montagne russe, il tagadà, dischi volanti e autoscontri.
In una coltre di fumo, prodotto dai spesso improvvisati barbecue, prosegui inoltrandoti nell’oceanica folla decidendo nel contempo quale potrà essere il tuo panino da consumare.
Carne di ogni tipo alla brace, salciccia, verdure, salse e tanto altro ancora che oltre a confondere le tue idee, confondono il tuo olfatto per gli innumerevoli odori che si propagano e si mescolano nel lungo tratto di strada della zona cosiddetta gastronomica.
Vai avanti e le offerte e le occasioni per fermati, con qualcuno che ti borbotta “ e quando arriviamo in piazza?” sono tantissime. Il tiro a segno, stampe di ogni genere, borse e borsette, lo zucchero filato, il torrone preparato al momento, un interessantissimo e fornitissimo banco d’innumerevoli prodotti ricavati e preparati dalla liquirizia, frutta secca, articoli etnici e il madonnaro che sta completando con i suoi gessetti l’immagine di San’Emidio.
Dopo un lungo percorso arrivi in piazza, dove sono posizionate sedie da tempo occupate da chi “tradizionalmente” ascolta le bande che si alternato sulla luminosissima cassarmonica.
Ascolti la Turandot di Puccini e poi ti piace rivedere quando il sindaco, accompagnato da alcuni componenti del Comitato festeggiamenti, consegna il mazzo di fiori al direttore della banda di turno che a sua volta chiama sul suo palchetto alcuni dei musicisti che per circa un’ora hanno focalizzato l’attenzione dei tanti attenti cittadini appassionati delle opere liriche o forse solo dei riti che nella piazza principale si svolgono da sempre e che sempre sono belli da rivedere.
L’anziano che chiede l’impossibile silenzio per meglio ascoltare la musica, il banchetto del Comitato festeggiamenti per chiedere sostegno economico per la buona riuscita della festa, gli abitanti delle case vicine che offrono sedie agli ospiti loro amici, incontri inaspettati, gente che consuma quanto acquistato nel lungo e bel percorso fatto per raggiungere la piazza, sorseggiando una birra in bottiglia acquistata dal “bar della piazza”.
Gente che va via per l’ora tarda con l’andamento stanco dopo una faticosa ma splendida giornata trascorsa al mare, ma anche gente che arriva, dopo aver disperatamente trovato dove parcheggiare la propria macchina, per assistere ai notturni artistici fuochi d’artificio commissionati all’esperta ditta del leccese.
Un tuffo nei ricordi di tanti che decidono di trascorrere le vacanze in queste località sul golfo di Taranto, per i tanti che, costretti a lavorare al “nord”, ritornano in questo periodo per rivedere i propri parenti.
Un riproporre tradizioni per chi, invece, è rimasto in zona e che comunque si ostina a conservarle, a offrire modelli di vita del passato, un po’ per nostalgia, un po’ per ricercarsi e proporre sollecitazioni che offrono anche momenti di riflessioni, di considerazioni, di valutazioni possibili utili anche per affrontare momenti attuali di grande confusione, di scarsa caratterizzazione, di auto isolamento sociale, di scarso altruismo.
Giovanni Mura
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